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Il progetto futurista “Metroplane”

L’era dei mezzi di trasporto che si librano in mezzo alle nuvole sta per finire: il futuro degli spostamenti potrebbe essere sottoterra. E’ questa l’idea alla base del progetto futurista “Metroplane”, una sorta di aereo che viaggiando nel sottosuolo permette di percorrere lunghe distanze in un lasso di tempo minimo. Il progetto è stato presentato a Bruxelles da Marcel Juffer, professore al politecnico di Losanna, e Jérard Delruelle, presidente della società PolyAir. Linee di questo genere non sono ancora mai state costruite, sebbene la tecnologia necessaria sia stata sviluppata nei dettagli, e i due esperti propongono di cominciare con la costruzione di un breve tratto che possa svelare al mondo le potenzialità dell’idea. Una delle ipotesi è connettere l’aeroporto di Bruxelles Zaventem con un nuovo aeroporto da costruire vicino a quello esistente di Charleroi. Il tempo necessario per percorrere questa tratta con il ‘metroaereo’ sarebbe di soli 9 minuti, rispetto ai 50 minuti necessari in macchina.

Il progetto prevede la circolazione a 30 metri di profondità, in media, di un treno costituito da cabine pressurizzate, simili a quelle dei velivoli, all’interno di tunnel in cui l’aria è rarefatta. Da questo punto di vista il treno risulterebbe comparabile ad un aereo che vola a 10.000 metri di altitudine, altezza in cui la resistenza dell’aria è scarsa e di conseguenza il consumo di energia è molto basso. L’innovativo mezzo sarà supportato e guidato magneticamente, sospeso a qualche centimetro dal suolo, spinto da dei motori lineari la cui unica fonte di energia sarà quella elettrica. Non ci saranno né decollo né atterraggio, fasi che richiedono un alto dispendio di cherosene, e, diversamente dai treni ad alta velocità, il ‘metroaereo’ potrà seguire anche tracciati con curve, senza diminuire i chilometri orari. Il progetto permetterebbe di spostarsi in modo ecologico, con più facilità e minore spreco di tempo, potendo evitare di recarsi negli aeroporti che spesso si trovano lontani dal centro città, insieme alla diminuzione generale delle ore necessarie per tratta. Secondo le stime dei progettisti, dall’aeroporto Charles De Gaulle a quello di Orly in Francia il ‘metroaereo’ impiegherebbe 11 minuti. Da Amsterdam a Bruxelles 46 minuti e dalla capitale belga a Lussemburgo 34 minuti.

Su viaggi più ampi il progetto migliora ancora le sue prestazioni: da Washington a New York sono previsti 55 minuti, da Los Angeles a San Francisco 1 ora e 42 minuti. Anche le immense distese della Russia sarebbero a portata di orologio, percorrendo la strada da Mosca a San Pietroburgo in 1 ora e 22 minuti. Il percorso tra le due più famose città del Brasile, San Paolo e Rio de Janeiro, richiederebbe solo 48 minuti. Si tratta di una vera e propria contrazione delle distanze, una rivoluzione dei trasporti che promette ripercussioni significative tanto nella sfera economica quanto nella quotidianità. Essendo difficile trovare gli investimenti necessari per il lancio di un progetto così innovativo, che ancora non ha avuto nessuna applicazione pratica, Juffer e Delruelle propongono di cominciare con la creazione di una linea che connetta l’attuale aeroporto di Zaventem con un nuovo aeroporto di Charleroi. L’idea è di trasformare il primo in una sorta di stazione in cui i passeggeri dovranno effettuare i controlli ed eventuali acquisti; al momento di imbarcarsi i viaggiatori saliranno su un ‘metroaereo’ che li porterà in 15 minuti davanti al loro aereo situato in un nuovo e più moderno aeroporto di Charleroi.

Il nucleo primordiale del progetto, chiamato “Swissmetro” risale al 1990 circa, per opera di alcuni ingegneri svizzeri alla ricerca di un modo alternativo di connettere le principali città del Paese, a causa delle difficoltà topografiche ed economiche legate alla costruzione di una linea ad alta velocità Tgv.