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Vicenza, scoppia la battaglia del tunnel TAV

«La Tav la puoi subire o la puoi pilotare» dice il sindaco di Vicenza Achille Variati: «Da noi il progetto non è stato calato dall’alto. Con la Regione, le associazioni di categoria e le realtà del territorio – spiega – abbiamo presentato a Roma un nostro piano che permetterà a Vicenza di essere collegata al sistema ferroviario europeo dell’alta velocità e insieme di sviluppare il trasporto regionale». 

Così si è messa in moto la macchina che ha portato allo studio di fattibilità della Tav del tratto vicentino Montebello-Grisignano di Zocco presentato da Rfi, che a differenza delle precedenti ipotesi prevede la fermata di Vicenza e che lunedì il Consiglio comunale dovrà votare. Un’opera da 2,45 miliardi, compresi i 192 milioni per le opere connesse, che sarà finanziata dalla Bei. 

Però c’è un ma: tra le opere complementari c’è un tunnel lungo 1.150 metri che dovrebbe passare sotto il Monte Berico. Composto di due parti, in quella inferiore scorrerebbero le acque del Retrone (un bypass idraulico per evitare alluvioni nei quartieri attraversati dal fiume), mentre nella parte superiore correrebbe una strada a due corsie per decongestionare la città. Il tutto trenta metri sotto Villa Valmarana ai Nani, affrescata nel 1757 da Giambattista Tiepolo e dal figlio Giandomenico. L’edificio ha già problemi di stabilità a causa del terreno franoso.

A Vicenza è scoppiato il caso e in queste ore si stanno moltiplicando gli appelli alla mobilitazione cittadina da parte di Rifondazione comunista, del comitato «No Dal Molin» e anche dell’Osservatorio urbano territoriale Vicenza (Out), che si è rivolto all’Ufficio Unesco del Ministero dei Beni culturali. Francesca Leder, docente dell’Università di Ferrara e membro di Out, ha segnalato il problema e il direttore Gianni Bonazzi dell’Ufficio Unesco ha scritto al Comune manifestando «forte preoccupazione». 

Francesca Leder ha anche lanciato una petizione online su change.org rivolta al ministro Dario Franceschini perché «impedisca la distruzione del paesaggio palladiano di Vicenza». Il sindaco Variati ha fin da subito rassicurato la cittadinanza. E anche ieri ha ribadito che «il Comune chiederà per la messa in sicurezza idraulica della zona Fiera ipotesi alternative al tunnel e qualora non ce ne fossero, vogliamo la certezza certificata da esperti superpartes che nessun danno deriverà a Villa Valmarana e all’intera area altrimenti non si potrà procedere». «Non è un passo indietro – sottolinea -. Siamo determinati ad andare avanti con la Tav». 

Variati ha incontrato Maria Carolina di Valmarana, comproprietaria e presidente di Villa Valmarana srl, che si è detta «molto rassicurata», anche se aspetta di vedere gli sviluppi. Il Consiglio comunale raccoglierà le osservazioni sul progetto, saranno consegnate a Rfi, che dovrà tenerne conto nel progetto definitivo, previsto entro il 15 maggio. Poi ci sarà la valutazione di impatto ambientale e il sì definitivo del Cipe, per far partire i cantieri entro il 31 dicembre.