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Arcisate-Stabio, Rfi e Claudio Salini risolvono consensualmente il contratto

Rfi (Rete ferroviaria italiana) e Ics Grandi Lavori (Claudio Salini) «hanno risolto per mutuo consenso l'appalto in atto» per la realizzazione della ferrovia Arcisate-Stabio (costo originario 223 milioni di euro). La decisione era stata annunciata già a fine novembre da Rfi, ma solo l'8 gennaio Rfi comunica che l'accordo per la risoluzione è stato firmato.

I lavori residui, pari a 85 milioni di euro, «saranno riaffidati con nuova gara, come previsto dal cronoprogramma inviato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti», e cioè «entro febbraio 2015, non appena sarà pubblicata la delibera Cipe (11 novembre 2014, ndr) relativa al progetto per lo smaltimento delle terre da scavo in esubero». 

«Le attività di cantiere – prosegue così il comunicato Rfi – potranno così riprendere a luglio 2015, al termine dell'iter per l'assegnazione dei lavori».

Il bando Rfi risale al 24/10/2008, con base d'asta 182,47 milioni di euro, aggiudicato a Ics Grandi Lavori-Carena il 16/4/2009 con ribasso del 25,93% a 160,2 milioni. I lavori sono partiti il 19/7/2010, e dovevano finire il 15 dicembre 2014, ma sono ancora fermi al 45%. Da un paio d'anni il cantiere procede a singhiozzo per un problema sopravvenuto di terre da scavo cariche di amianto, il cui smaltimento ha reso necessario un accordo a un tavolo istituzionale Rfi-impresa-Regione Lombardia il 19 febbraio 2014, nel quale si prevedeva una delibera Cipe entro il 30 settembre, arrivata poi il 23 novembre scorso, e ancora da pubblicare in Gazzetta.

La decisione di Rfi di rescindere il contratto è stata comunicata a fine novembre: «Una scelta dettata dall'impossibilità di individuare condizioni percorribili e condivise fra RFI e l'attuale appaltatore (ICS) per proseguire con la commessa in essere», scrisse Rfi. Aggiungendo: «La decisione di chiudere il contratto non è conseguenza di una scelta preordinata di RFI, come sembra emergere dalle dichiarazioni dell'ingegner Claudio Salini pubblicate dai media nazionali e svizzeri, ma dalle azioni messe in campo dall'appaltatore.

Lo stesso infatti, aveva già comunicato il 30 settembre scorso, nella riunione del tavolo di monitoraggio istituito presso Regione Lombardia, l'intenzione unilaterale di chiudere il cantiere a causa della mancanza della delibera CIPE prevista dall'accordo sottoscritto nel febbraio 2014. Decisione poi confermata a RFI con lettera formale».

«Per proseguire i lavori, l'impresa ha poi presentato una richiesta economica – dallo stesso definita non trattabile – di 52 mln di euro aggiuntivi, a fronte di lavorazioni ancora da eseguire per 85 mln di euro. Un adeguamento, in aumento, dei prezzi contrattuali di oltre il 60%, peraltro non collegato ad alcun evento già accaduto, ma solo basato su valutazioni extracontrattuali.

Una proposta inaccettabile per RFI, perché è una ricontrattazione del prezzo dell'appalto tramite una revisione prezzi non ammessa dalla vigente legislazione; sostanzialmente una richiesta al di fuori di ogni consentita e ragionevole gestione dei fondi pubblici con cui l'opera viene realizzata».

Un dialogo tra sordi, sembrerebbe, che comunque non ha impedito di arrivare alla firma della risoluzione consensuale.

Il 27 dicembre intanto la Ics ha fatto sapere che «Il 26 dicembre è stata inaugurata la nuova linea ferroviaria FMV Mendrisio–Stabio in territorio ticinese», appalto delle ferrovie svizzere anch'esso affidato alla Ics Grandi Lavori.