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Sicurezza stradale. Il colpo di sonno è un killer silenzioso

È un killer silenzioso, subdolo. Il “colpo di sonno”, quando si è al volante, non lascia scampo. Morfeo non perdona, complice la stanchezza e altro. L’Aci rileva nel sito istituzionale che “… l'eccessiva sonnolenza è associata approssimativamente (come causa diretta o concausa) a un quinto degli incidenti stradali ed è una delle principali cause d’incidenti mortali in autostrada.

Dormire meno di cinque ore per notte aumenta di 4,5 volte la probabilità di avere un incidente stradale. Stare svegli per ventiquattro ore induce errori alla guida simili a quelli commessi da chi ha livelli di alcool nel sangue uguali o superiori a 1,00 g/l. Le persone affette dalla sindrome delle Apnee ostruttive nel sonno (OSAS) – il più frequente tra i disturbi patologici del sonno e le altre cause mediche della sonnolenza – hanno un rischio d’incidente stradale da due a sette volte superiore a quello osservato nelle persone sane. Tale rischio è più che doppio rispetto a quello imputabile all'abuso di alcool e/o al consumo di tranquillanti o cannabis. Gli incidenti causati dal colpo di sonno sono i più gravi, con un elevato rischio di mortalità dovuto alla totale inazione del guidatore, che addormentandosi non ha consapevolezza dell'imminente pericolo. I pericoli connessi alla sonnolenza aumentano con l'aumentare delle ore trascorse al volante senza pausa; particolarmente a rischio gli autisti professionali e chi percorre lunghi tragitti in auto, soprattutto nelle prime ore del mattino o durante la notte”.

L’indice di mortalità, evidenziano le statistiche, è superiore alla media giornaliera per l’arco di tempo che va dalle otto di sera alle sette del mattino. Raggiunge il valore massimo verso le quattro (5,7 decessi ogni 100 incidenti). A poco servono le contromisure che i guidatori mettono in atto per cercare di contrastare il “colpo di sonno”: aumentare il volume della radio; fermarsi e fare i classici “due passi”; bere qualcosa al bar, ecc.. L’unica che funziona, a quanto pare, è concedersi un breve sonnellino.

La tecnologia, comunque, può fornire un valido aiuto per cercare di mantenere il conducente con gli occhi aperti. Ci sono dispositivi che avvisano, con un segnale acustico, non appena rilevano situazioni di guida anomale (si pensi, per dirne una, a un eccessivo abbassamento del capo). Device, da inserire nella presa dell’accendisigari, che riproducono un suono intenso, a intervalli regolari, con l’intento di mantenere vigile chi guida. Apparecchi che interagiscono direttamente con il conducente, ponendogli delle domande e attendendo la sua risposta immediata (a elaborare il tutto ci pensa un software). Auricolari, posizionati sopra l’orecchio, che riproducono un effetto acustico quando l’inclinazione della testa supera i trenta gradi.

Ma è, soprattutto, il riconoscere i sintomi che precedono il “colpo di sonno” che può consentire di evitare la perdita di controllo del veicolo e quello che, purtroppo, ne consegue. Se si avverte un bruciore agli occhi, si ha difficoltà a mettere a fuoco le immagini, si sbadiglia in continuazione, la testa non vuole saperne di stare dritta, tanto per fare qualche esempio, è il caso di fermare l’automobile. Per riprendere il viaggio, successivamente, quando si è recuperata una maggiore efficienza fisica. Perché una sola, piccola, disattenzione può cambiare il destino di una vita.