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Renzi: l’Italia sta cambiando, ora guai a sedersi. Avanti con Italicum e riforme

Matteo Renzi non arretra, anzi accelera. «Il Paese si sta rimettendo in moto – scrive il premier nella sua eNews». «L’Italia sta davvero cambiando verso, passando dal meno degli ultimi anni al più, ma proprio per questo adesso dobbiamo intensificare gli sforzi. Tutta la fatica di quest’anno rischia di essere vana se adesso non acceleriamo. Guai dunque a sedersi».

Sul ddl costituzionale che da domani torna in Aula a Montecitorio Renzi tira dritto, nonostante i malumori nella minoranza e la dichiarazione di voto contrario di Forza Italia che segna la definitiva rottura del patto del Nazareno: «Ci siamo. Martedì andiamo alla Camera con il voto finale della seconda lettura. Puntiamo al referendum finale perché per noi decidono i cittadini, con buona pace di chi ci accusa di atteggiamento autoritario. Il popolo, nessun altro, dirà se i parlamentari hanno fatto un buon lavoro o no». Sull’Italicum il presidente del Consiglio osserva: «Certezza del vincitore, ballottaggio, garanzia di governabilità, parità di genere, metà preferenze e metà collegi. Manca l’ultima lettura, quella finale, alla Camera».

Il presidente del Consiglio difende il Jobs Act: «In un anno sono aumentati i posti di lavoro, più 134mila. Con le misure della legge di stabilità, zero tasse per chi assume a tempo indeterminato e con la riforma del lavoro sarà ancora più facile assumere. Il JobsAct aumenta le tutele per chi perde l’occupazione, ma soprattutto facilita le assunzioni, con buona pace di chi ha trascinato per mesi una polemica ideologica».

Sappiamo che la situazione non è semplice ma anche se le sfide sono bloccate da anni andiamo avanti tosti e decisi», continua Renzi, che attribuisce il merito di un anno di lavoro dell’Esecutivo «al 41% delle elezioni europee, che ci ha dato una forza straordinaria ovunque», in Europa come in Parlamento. «Mai come nel momento dell’elezione di Sergio Mattarella – aggiunge – è stato chiaro a tutti che questo Parlamento ha la forza non solo di arrivare al 2018 ma soprattutto di cambiare in profondità il sistema italiano. E se questo comporterà un attacco al potere di rendita di chi difende in modo tenace e ostinato lo status quo, non ci tireremo indietro».

Tra i fronti caldi resta il Sud. «Sappiamo di avere una questione Mezzogiorno ancora aperta», scrive Renzi. «Al Sud la ripresa non è ancora arrivata e non sarà qualche decimale di punto a farci cambiare idea». Il premier indica i progetti in cui ripone la sua fiducia: l’Ilva, Bagnoli, Pompei, Gioia Tauro. «Anche se non saremo mai credibili in Sicilia – sottolinea – se finalmente non sarà speso il miliardo già disponibile per le infrastrutture idriche e di depurazione che sono ferme da troppi anni».

Renzi vede comunque una schiarita all’orizzonte dell’economia italiana: «Nel primo trimestre è probabile che il Pil torni positivo dopo decine di rilevazioni negative». E riconosce che «il quadro economico non è mai stato così invitante: si aggiunga – e su questo noi non c’entriamo niente, ma siamo felici per gli effetti – che il costo del petrolio è molto basso e questo è un dato molto significativo specie per un Paese con la nostra bolletta energetica. Insomma fuori torna a splendere il sole. Ma uscire di casa e mettersi in cammino dipende solo da noi. Per questo noi continuiamo con decisione sulle principali sfide che abbiamo davanti».