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Pneumatici da demolizione, si ricicla il cento per cento

“Il bilancio di questi due anni di attività rappresenta una scommessa vinta dall’Ambiente e dai cittadini italiani": così il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti ha introdotto la presentazione del primo Report sulle attività del Comitato di Gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU): quasi 20.000 tonnellate di PFU gestite, per un servizio che copre tutta la penisola in modo capillare, con puntualità e tempestività sulla base delle richieste di oltre 1.300 demolitori.

"Il corretto recupero – ha continuato il Ministro – riduce di fatto a zero la possibilità di smaltimenti illegali che negli anni passati hanno disseminato il nostro paese di discariche abusive di pneumatici. Con il riciclo si aprono nuove possibilità e nuovi mercati per le materie prime seconde come il granulato di gomma e l’acciaio che è possibile recuperare. Questo dimostra come attraverso i corretti stimoli, anche normativi, la Green Economy italiana sia capace di costruire sistemi complessi e capillari, riunendo operatori privati, strutture pubbliche e rappresentanti di cittadini e consumatori e garantendo all’intero Paese un’ulteriore passo avanti verso la sostenibilità”. 

Il Comitato di Gestione degli PFU, costituito presso l’Automobile Club d’Italia dal Ministero dell’Ambiente con Decreto Ministeriale 82/2011, ha raccolto nel suo primo report tutti i dati relativi al Sistema di Gestione degli PFU da demolizione nei primi due anni di attività. 

Da questo strumento, essenziale per il settore, emerge che l’Italia rappresenta a livello europeo un vero e proprio caso d’eccellenza. 

Ma, come al solto, diamo spazio ai numeri: le tonnellate di PFU raccolte in Italia nel 2014 (+15,9% rispetto all’anno precedente) sono state 19.453 , il 100% degli pneumatici che, successivamente alla demolizione, sono stati destinati al riciclo. Le operazioni di ritiro di PFU, effettuate nei 1.365 autodemolitori dai 29 operatori abilitati, sono state 3.231 (+19%). L’importante crescita riscontrata nel 2014 attesta le sempre maggiori capillarità ed efficienza del servizio garantito dai vari soggetti della filiera su tutto il territorio nazionale.

"Nel 2014 – spiegano i ricercatori – il peso medio di ogni ritiro diminuisce leggermente e si attesta intorno alle 6 tonnellate. Si è registrato, inoltre, un decremento minimo (-5%) anche del costo medio per ritiro. Il calo del peso medio e dei costi per ritiro e l’aumento dei ritiri comprovano l’efficienza del Sistema in grado di fornire un servizio sempre più adeguato e puntuale da parte dei soggetti abilitati nei confronti degli autodemolitori".

In pratica nel momento in cui il consumatore acquista un veicolo nuovo, paga anche il contributo ambientale, una voce aggiuntiva indicata in fattura e soggetta a IVA, determinato ogni anno dal Comitato e relativo ai costi di ritiro, trattamento e avvio a corretto recupero degli PFU (92%) e di gestione del sistema informatico e amministrazione del Fondo per la Gestione degli PFU (8%). Nel 2014 si è ridotto drasticamente: l’importo, riferito ad esempio a un’automobile, è pari a 3,95 euro per i quattro pneumatici più la ruota di scorta (circa 0,79 euro per pneumatico).

I rivenditori, 6.484 in Italia, comunicano, poi, al Comitato attraverso il sistema informatizzato dell’ACI l’avvenuta riscossione del contributo e l’importo equivalente al Fondo. I demolitori accreditati dall’ACI stoccano gli PFU, non ritenuti più utilizzabili. Accumulate almeno 1,5 tonnellate di PFU, fanno richiesta di ritiro gratuito ai operatori abilitati, presenti sul portale del Comitato, che prelevano gli PFU e si occupano delle operazioni di deposito, separazione e stoccaggio temporaneo oltre che del trasporto degli pneumatici alle aziende di trattamento. Qui il 100% di PFU è avviato al recupero di materia.

“ACI ricopre un ruolo strategico all’interno del Comitato – ha dichiarato il Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani – perché il legislatore ha perseguito la massima efficienza puntando sul know how ultracentenario dell’Automobile Club d’Italia e sulla tecnologia avanzata del Pubblico Registro Automobilistico. Come capofila di un sistema pubblico-privato modello per il Paese, siamo riusciti a contenere i costi di funzionamento conseguendo la riduzione del contributo a carico degli utenti per lo smaltimento degli pneumatici e un avanzo di fondi che proponiamo di utilizzare per la bonifica di aree contaminate.

L’attività del Comitato torna a vantaggio degli automobilisti: con il materiale riciclato dagli pneumatici si produce anche un asfalto con più grip e più duraturo di quello ottenuto da altri materiali, più fonoassorbente e con minore resistenza al rotolamento”.

“Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto finora – ha sottolineato il Presidente del Comitato PFU, Vincenzo Pensa – perché i dati contenuti nel report scattano una fotografia incoraggiante della gestione degli PFU da veicoli a fine vita in Italia. Il sistema lavora a pieno regime, il contributo per i consumatori diminuisce e si sta rafforzando l’industria del riciclo grazie a flussi di rifiuti costanti che consentono alle aziende di investire in tecnologia e Ricerca & Sviluppo”.