È la quotazione in borsa l'approdo ormai considerato «naturale» per l'Anas del dopo Ciucci. In attesa dell'assemblea del 18 maggio, che sancirà formalmente il passo indietro del manager con la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione, secondo quanto riferiscono fonti finanziarie all'Adnkronos, si lavora per accelerare il processo di privatizzazione, guardando all'inizio del 2016 come prima data utile per lo sbarco a Piazza Affari.
I tecnici del ministero del Tesoro e di quello delle Infrastrutture sono da tempo al lavoro per sciogliere i principali nodi ma, spiegano le stesse fonti, nelle ultime settimane, dopo la comunicazione delle dimissioni di Ciucci, si sarebbero intensificati i contatti tra i due
ministeri e il dossier avrebbe preso corpo, con diverse opzioni ancora allo studio. Prima dell'appuntamento con il mercato, va comunque completata la privatizzazione formale della società, con la definitiva uscita dal perimetro della Pa.
Non solo vanno rese certe le fonti di finanziamento. Ovvero, sostanzialmente, vanno fatti concreti passi in avanti sul piano che prevede di applicare un pedaggio su buona parte dei 1.300 chilometri di raccordi autostradali in gestione.
Intanto, gli ultimi risultati inducono all'ottimismo. Il cda ha approvato il progetto di bilancio dell'esercizio 2014, che chiude con un utile di 17,6 milioni di euro, in significativo miglioramento rispetto al bilancio 2013 che si era chiuso con un utile di oltre 3 milioni.