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Italicum, via libera senza le opposizioni

Sì definitivo dell'Aula della Camera alla legge elettorale. L'Italicum è stato approvato a Montecitorio a scrutinio segreto con 334 voti a favore, 61 contrari e 4 astenuti. Lo scrutinio segreto sul voto finale all'Italicum è stato chiesto da Fi, Lega e Fdi. Lo ha annunciato in Aula la presidente della Camera Laura Boldrini prima del voto stesso. Sul testo la scorsa settimana il governo ha incassato tre fiducie. L'Italicum entrerà in vigore da luglio 2016. 

L'Italicum diventa quindi legge senza il voto delle opposizioni che hanno scelto l'Aventino. Un applauso di pochi secondi partito dai banchi del Pd ha salutato l'approvazione della legge elettorale da parte della Camera. I deputati sono quindi defluiti dall'Aula con molti tra quelli della maggioranza che sono andati a baciare il ministro per le riforme Maria Elena Boschi, a partire dai ministri Angelino Alfano e Roberta Pinotti e diversi sottosegretari.

Renzi e Boschi «Impegno mantenuto, promessa rispettata. L'Italia ha bisogno di chi non dice sempre no. Avanti, con umiltà e coraggio. È #lavoltabuona», ha subito scritto su Twitter il premier Matteo Renzi. «Missione compiuta. Il governo ha mantenuto l'impegno. Abbiamo promesso, abbiamo mantenuto. La legge elettorale è il simbolo di un governo che fa sul serio le riforme», gli ha fatto eco dalla Camera la Boschi.

Bersani Restano forti i dissidi nel Pd, la cui minoranza ha votato contro l'Italicum. «Il dissenso è stato abbastanza ampio. Ora cosa fatta capo A… ma il dato politico sia sull'approvazione della legge sia sulle dimensioni del dissenso è non poco rilevante», ha commentato a caldo Pier Luigi Bersani. «Se 38 sfidano non votando la fiducia vuol dire che il dissenso è molto maggiore. Ma non sono i numeri ad interessarmi, il fatto è che si è approvata la legge elettorale con meno della maggioranza. Questo è il punto politico ed è quello che ho sempre detto a Renzi dall'inizio», ha detto Roberto Speranza.

Il premier prima del voto «Stiamo dando corso e concretizzazione alle riforme dopo decenni di parole in libertà. Questa prima parte di riforme è molto corposa ma anche doverosa. È l'abc per ristabilire le regole come dovrebbero essere: stiamo facendo la legge elettorale per dire che chi arriva primo vince le elezioni. Non sono cose particolarmente geniali», ha ribadito oggi il premier Matteo Renzi.

«I primi giorni in Europa mi guardavano con la faccia di chi diceva avanti un altro: 'vediamo a chi tocca, ne abbiamo visti tanti…'. La credibilità dell'Italia è centrale. Grazie a questa legge elettorale le cose cambieranno davvero: uno farà il presidente del Consiglio per 5 anni, magari 10 per poi andare a casa. Ma in quei cinque anni ci sta e ha una strategia», ha aggiunto.

«Stiamo rimettendo il paese nella carreggiata della normalità della pubblica amministrazione e istituzionale», ha sottolineato ancora. «Il Paese ha dimostrato una qualità strepitosa: a fronte di instabilità politica e continui cambiamenti in corso d'opera è riuscito a crescere, con alcune imprese anche con percentuali superiori a quelle di altri Paesi».