“S&A”: “Parliamo delle interconnessioni tra le reti europee e quelle italiche esistenti: vantaggi, eventuali difficoltà di coordinamento tra gli attori (ANAS, Concessionarie, RFI, Autorità Portuali…)”.
“RF”: “Per un’economia manifatturiera con un forte orientamento verso l’export, l’interconnessione delle reti nazionali a quelle europee è essenziale. Per rendere competitive le nostre merci all’estero dobbiamo ridurre le disfunzioni logistiche, che oggi rappresentano una tassa occulta. Sulla carta abbiamo un numero considerevole di porti e di centri intermodali prioritari. Dobbiamo migliorarne i collegamenti ai corridoi. I nostri porti potrebbero rappresentare il punto d’ingresso delle merci che provengono dell’estremo oriente. Ma dobbiamo investire su una riforma che razionalizzi le Autorità Portuali e dobbiamo migliorare i collegamenti mare-ferro. Anche per il trasporto aereo abbiamo dei punti di eccellenza: l’area cargo di Malpensa potrebbe servire tutto il bacino padano nel trasporto di prodotti freschi e ad alto valore aggiunto. Oggi però molti Produttori connazionali sono costretti ad andare a Schiphol o a Francoforte perché da lì partono più voli giornalieri”.
“S&A”: “Quali saranno i vantaggi per il Belpaese in termini di mobilità, economici, di posti di lavoro generati?”.
“RF”: “Abbiamo appena trasmesso a Bruxelles il Documento di Economia e Finanza 2014, come previsto dal Semestre europeo, dove il nostro Programma Nazionale di Riforma delinea le riforme che lo Stato italiano ha realizzato o sta per mettere in cantiere per favorire la crescita dell’economia dell’occupazione. Il capitolo dei trasporti è stato concepito come sostegno alla ripresa economica, con riferimento all’efficienza del trasporto delle merci e dei passeggeri. Il tema della mobilità delle persone è essenziale per attivar energie nuove, soprattutto in quelle aree del territorio nazionale che hanno sinora sofferto di scarsa accessibilità”.