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Diagnostica mobile per l’alta veocità

Rete Ferroviaria Italiana, guidata dall’Amministratore delegato Gianpiero Strisciuglio, è la Società del Gruppo FS che ha la missione di garantire la piena efficienza della infrastruttura ferroviaria nazionale

Diamante 2.0

Per ottenere delle informazioni sullo stato di salute dell’infrastruttura, RFI si avvale del suo capillare servizio di diagnostica mobile: la sua flotta di treni misure, equiparabili a dei veri e propri laboratori viaggianti, è in grado di acquisire ed elaborare i parametri e le grandezze caratteristiche specifiche dei vari settori di specializzazione di cui si compone l’infrastruttura ferroviaria nazionale.

La metodologia diagnostica adottata da RFI mira a contenere i costi operativi e a ottimizzare sempre più le attività, a cercare soluzioni tecnologiche innovative e affidabili rispettando sempre la sicurezza e a stabilire attività manutentive in linea con i bisogni del mercato.

Treno Diamante 2.0
1- Il treno “Diamante 2.0” effettua il servizio diagnostico sulle linee alta velocità

RFI controlla sistematicamente i parametri manutentivi dell’infrastruttura mediante una flotta di laboratori viaggianti, i cosiddetti “treni diagnostici”. Questi sistemi di diagnostica mobile impiegano le più moderne tecnologie e sono specializzati per misurare i parametri relativi ai 4 sottosistemi infrastrutturali:

  • settore Armamento: geometria del binario, usura e integrità della rotaia, conicità equivalente, dinamica di marcia, usura ondulatoria, interazioni ruota rotaia, valutazione dello stato interno della rotaia e video controllo degli elementi costitutivi della via;
  • settore Telecomunicazioni: copertura e qualità del canale voce GSM/GSM-R e del canale dati LTE;
  • settore Trazione Elettrica: geometria e usura della linea di contatto, interazione pantografo – catenaria, tensione e corrente della catenaria e archi elettrici;
  • settore Segnalamento: canali euroradio, eurobalise, BACC e SSC impiegati nei sistemi di protezione della marcia dei treni europei (ERTMS/ETCS) e nazionali (SCMT e SSC).

Per l’effettuazione dei rilievi previsti dalle procedure, RFI dispone di un servizio diagnostico nazionale e di un servizio diagnostico territoriale, integrativo di quello nazionale. Il servizio diagnostico territoriale, inoltre, assicura l’esecuzione dei “rilievi sostitutivi”, qualora il servizio nazionale subisca variazioni non prevedibili (ad esempio nel caso di deviazioni per conflitti di circolazione). In tal modo viene sempre garantito il rigoroso rispetto delle frequenze di rilievo stabilite dalle procedure vigenti.

La “punta di diamante” di tale piano di rinnovo, nonché il primo treno del nuovo corso ad essere messo in servizio, è rappresentata dal treno denominato “Diamante 2.0”, che effettua il servizio diagnostico sulle linee alta velocità viaggiando a 300 km/ora.

La sua mission, comune a tutti gli altri treni della flotta, consiste nel:

  • conoscere le condizioni e performance della rete;
  • intercettare possibili difettosità e/o prevedere quando le stesse diventeranno delle avarie;
  • capire su quali asset è necessario indirizzare gli sforzi, tecnici ed economici, dando valenza oggettiva alle decisioni;
  • valutare gli effetti delle decisioni prese;
  • trasformare il processo manutentivo da un insieme di attività statiche e ripetitive in un’azione dinamica, sostenibile ed orientata al miglioramento continuo.

Frutto dell’eccellenza italiana, si tratta di un convoglio Frecciarossa composto da 8 carrozze e due locomotive dove, al posto dei sedili per i viaggiatori, sono installati veri e propri laboratori mobili che sfrecciano a 300 km/ora, misurando centinaia di parametri.

La qualità è nella cura dei dettagli, non si può fare a meno di apprezzare il design italiano della carrozza per le delegazioni, la carrozza meeting e il bistrot, atte ad ospitare visitatori.

La carrozza 6 è destinata alla certificazione delle nuove linee ferroviarie, mentre le carrozze 5 e 7 sono destinate alla diagnostica delle linee ferroviarie in esercizio. Nelle carrozze 1 ed 8, denominate Data Processing Center, trovano posto i sistemi di elaborazione dati.

Al fine di garantire una elevata disponibilità e consentire il raggiungimento dell’adeguato livello di integrità della sicurezza, i sistemi di misura ed i sistemi di elaborazione dati sono ridondanti.

Sul treno Diamante 2.0 sono installate 98 telecamere e oltre 200 sensori posti sull’imperiale, nel sottocassa e sui carrelli in prossimità alle ruote per monitorare centinaia di parametri finalizzati ad analizzare le condizioni dell’infrastruttura ferroviaria come, ad esempio, la geometria e l’usura del binario, l’interazione tra la ruota e la rotaia, la qualità di captazione dell’energia dalla linea aerea di alimentazione, il segnalamento, le telecomunicazioni.

È in atto un ingente piano di rinnovo della attuale flotta: esso prevede la graduale dismissione dei veicoli che hanno raggiunto il termine della vita utile e la conseguente messa in servizio di nuovi ed innovativi veicoli diagnostici.

 

Tale progetto di rinnovo prevede un notevole incremento del numero dei treni diagnostici a servizio del territorio, ed è basato su principi di ridondanza e diversità, di sistemi, profili di missione ed operatori, tali da garantire un servizio diagnostico affidabile, disponibile e resiliente.

Esso è inoltre in perfetta sinergia con le politiche e gli obiettivi della missione 3 del PNRR, finalizzati ad aumentare sicurezza, capacità e capillarità del sistema ferroviario, e qualità del servizio offerto.

La realizzazione del treno diagnostico Diamante 2.0 rappresenta una sfida anche nell’ambito del Project Management. Diversi infatti sono stati i contratti che hanno permesso la realizzazione di questo convoglio tecnologico, tutti stipulati con aziende italiane con maestranze e know how 100% made in Italy. L’importo investito è stato di 22,7 milioni nel settore tecnologico e 16,2 milioni per il materiale rotabile, per un totale complessivo di 38,9 milioni.

Il progetto di Diamante 2.0, voluto e coordinato da RFI, ha visto il coinvolgimento e la collaborazione di numerosi attori (società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ed Operatori Economici prevalentemente italiani). Il lavoro sinergico e l’eccellenza degli attori coinvolti ha permesso la realizzazione di un treno all’avanguardia, coniugando le esigenze tecniche per le finalità diagnostiche con un design d’interni innovativo per questa tipologia di rotabili. L’esperienza decennale maturata da Trenitalia nell’ambito della riconversione e revamping dei rotabili e l’esperienza di RFI in campo diagnostico hanno permesso la realizzazione di questo importante progetto.

 

Il treno Diamante 2.0 costituisce per RFI il punto di partenza per lo sviluppo di una politica manutentiva di tipo predittivo, che permetterà di trasformare il processo manutentivo in un processo dinamico ed orientato al miglioramento continuo e quindi di individuare in modo più efficace su quali asset sarà necessario indirizzare gli sforzi, tecnici ed economici, dando valenza oggettiva alle decisioni.

Parallelamente RFI si avvale di numerosi mezzi d’opera per la manutenzione dell’infrastruttura, in parte di proprietà e in parte di proprietà delle Imprese Appaltatrici inserite nei Sistemi di Qualificazione di RFI per l’esecuzione delle attività interferenti con l’esercizio ferroviario. Sia i mezzi di proprietà di RFI che delle Imprese Appaltatrici qualificate, sono assoggettati ad un processo di omologazione, propedeutico all’autorizzazione per poter circolare in sicurezza sull’infrastruttura ferroviaria. Tutti i mezzi autorizzati a poter circolare sull’infrastruttura ferroviaria nazionale sono sottoposti:

  • ad attività manutentive che ne garantiscano la piena efficienza e sicurezza, da eseguirsi esclusivamente a cura delle due officine di RFI (ONMO Catanzaro ed ONAI Carini), o di officine esterne qualificate e controllate da RFI;
  • a controlli periodici e straordinari a cura di personale specializzato e dedicato di RFI.