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Analisi del trasporto merci per l’efficienza infrastrutturale

Una tabella di marcia per il trasporto merci a lunga distanza e in un orizzonte temporale di lungo termine al fine di determinare gli obiettivi quantitativi per la riduzione di gas ad effetto serra, emissioni, combustibili fossili, incidenti e congestione

Analisi del trasporto merci per l’efficienza infrastrutturale

Attualmente le misure realizzate non sono probabilmente sufficienti per prevenire la crescita delle emissioni e le politiche precedenti si sono concentrate principalmente sul miglioramento dei veicoli e quindi sulla tecnologia e la qualità dei carburanti. È intuibile che bisogna attuare un piano di coordinazione e di utilizzo delle diverse modalità di trasporto, integrato dalla costruzione e dalla manutenzione di infrastrutture che consentano una riduzione totale della domanda di trasporto.

I miglioramenti in termini di infrastrutture, compatibilità ambientale, energia e logistica

Si è esaminato il forte impatto che si ha in termini di dipendenza dai combustibili fossili e di emissioni di CO2. Tuttavia, a seconda dell’applicazione e della modalità di trasporto, l’impatto può variare considerevolmente. I sistemi di trasporto intelligenti (ITS) e le tecnologie infrastrutturali aiutano a ottimizzare l’intero processo, migliorando anche le singole condizioni di trasporto. I principali vantaggi apportati nel settore stradale sono la riduzione degli incidenti e della congestione, il miglioramento del relativo impatto ambientale; vantaggi sia in termini di prestazioni che di efficienza.

Il settore ferroviario continuerà a svolgere un ruolo importante, tramite il miglioramento e la standardizzazione delle tecnologia dei sistemi di comunicazione, collegandolo alle altre modalità in modo più efficiente, migliorando in tal modo l’intermodalità.

Il trasporto marittimo a corto raggio svolge un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi dell’Unione Europea in termini di politica dei trasporti e, poiché il numero totale di contenitori movimentati sarà in forte crescita, dovrà aumentare di conseguenza anche la dimensione e l’efficienza delle infrastrutture portuali e dei relativi servizi.

Le connessioni porti-entroterra devono essere rafforzate e il trasporto marittimo dovrebbe essere perfettamente integrato nelle catene logistiche intermodali. La navigazione interna in Europa si trova ad affrontare sfide rilevanti legate soprattutto a specifiche problematiche. Infatti, la rete nell’entroterra dei corsi d’acqua non è completamente collegata con i centri logistici più importanti e vi sono delle strozzature lungo i percorsi. Inoltre gli investimenti sono troppo bassi per permettere di sviluppare ulteriormente le strutture esistenti e nuovi possibili corridoi. Il sistema combinato strada-ferrovia risulta essenziale per limitare l’emissione di sostanze inquinanti e il consumo di energia. Esso permetterà alle Imprese ferroviarie di partecipare alla copertura di nuove esigenze derivanti essenzialmente dal benessere economico, dalla globalizzazione e dall’allargamento dell’UE. Per ottenere ciò è necessario sviluppare l’armonizzazione tecnica e la libera concorrenza su rotaia, tramite un’efficiente rete infrastrutturale che attualmente ha bisogno di adeguati investimenti in collegamenti e terminali.

L’analisi del consumo di energia nel settore dei trasporti

Il trasporto merci contribuisce in modo rilevante al consumo di energia e all’inquinamento ambientale. La dipendenza quasi totale dai prodotti petroliferi genera due tipi di problemi:

  • la sicurezza dell’approvvigionamento del petrolio con le crescenti esigenze dall’intero sistema;
  • profondi cambiamenti climatici e preoccupanti problematiche di congestione, rumore ed inquinamento urbano.

Il consumo di energia in tale settore ha rappresentato il 31% del consumo totale fino al 2010 rispetto al 26% nel 1990. Tale quota crescente è destinata a persistere anche perché essa, in termini di prodotti petroliferi, rappresenta la quota più rilevante nel sistema energetico dell’UE. Tale dipendenza si è attenuata con l’instaurarsi dei biocarburanti. Essi rappresentavano solo lo 0,2% nel 2000, l’1,1% nel 2010 e si è previsto che tale quota possa raggiungere il 7,4%, 9,5% e 11,2% rispettivamente nel 2020, 2030 e 2050. I veicoli del trasporto stradale sono basati su motori a combustione interna ed utilizzano principalmente benzina e gasolio; gli altri combustibili, come il GPL e il metano, rappresentano quote minori cioè l’1,5% e lo 0,2%. L’utilizzo delle automobili convenzionali registra un netto declino rispetto alla situazione di totale occupazione del mercato delineatasi dal 1990 al 2010. Infatti, tale percentuale dovrebbe scendere al 91% nel 2030 e al 74% nel 2050. Grazie a ciò, il mercato delle auto di tecnologia ibrida trae profitto raggiungendo il 7,3% di traffico.

Entro il 2050 le auto elettriche raggiungeranno una quota di mercato del 3%, mentre quelle autoalimentate ad idrogeno rappresenteranno il 3,3%. L’elettrificazione del trasporto ferroviario evolverà ulteriormente soprattutto oltre il 2030 mentre le reti servite ancora da treni diesel resteranno attive solo in zone isolate e con una bassa frequenza di viaggi.