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Miniere in Italia, dove sono i minerali e terre rare per la transizione green?

Come auspicato dal ministro Adolfo Urso, l’Italia potrà contribuire a diventare di primaria importanza nell’ottica del transizione green ma anche per i cambiamenti geopolitici in base ai quali l’Occidente dovrebbe diventare meno dipendente dalla Cina e dal resto del pianeta. 

L’annuncio riguarda in particolare i materiali cosiddetti «strategici» e le terre rare. La Commissione Europea ha avviato un’azione per garantire le catene di approvvigionamento sicure e sostenibili.

In Italia le ricerche di minerali si sono fermate con il destino di molti siti minerari. Ma un rapporto dell’Ispra indica che nel sottosuolo sono di sicuro custoditi grandi quantità di materiali dimenticati in passato che oggi sono diventati importanti, dove si trovano?

Il litio è uno dei componenti fondamentali nella produzione di batterie per auto elettriche. Il suo valore è salito alle stelle, oggi vale oltre 45.000 dollari a tonnellata. La domanda è destinata quintuplicare entro il 2030, secondo una stima l’Italia custodisce uno dei giacimenti più interessanti d’Europa si trova tra la provincia di Viterbo e la Toscana.

Il titanio è strategico per il futuro, l’Italia ha quello che è considerato uno dei più grandi giacimenti del pianeta: è in provincia di Savona. La stima è che la montagna custodisca almeno 9 milioni di tonnellate di minerale. Ma l’area della potenziale miniera è inserita nel territorio del Parco regionale del Beigua, area protetta e ad alto tasso di biodiversità.

Il cobalto, è presente nelle valli di Lanzo. Il cobalto è importante come componente per le batterie di una serie di dispositivi digitali. La zona interessata è quella di Punta Corna. La prime prospezioni parlano di una concentrazione tra le più alte del mondo. Ma anche in questo caso l’interrogativo è se gli scavi siano compatibili con la protezione della natura, con l’economia della montagna, con l’ecosistema.