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Le imprese cercano 531mila lavoratori, ma non ne trovano il 48%

Cresce la domanda di assunzioni ma è sempre più difficile assumere, spiega uno studio di Unioncamere

Sono 531mila i lavoratori ricercati dalle imprese a settembre, 7mila in più rispetto a un anno fa, secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere con Anpal.

Tra settembre e novembre, le assunzioni previste superano di poco 1,4 milioni, in aumento dell’1,9% rispetto all’analogo periodo del 2022.

Continua a crescere al tempo stesso, la difficoltà di reperimento che coinvolge il 48% delle assunzioni programmate delle imprese, (circa 252 mila persone) in aumento di 5 punti percentuali rispetto a dodici mesi fa. Tra questi i più difficili da assumere sono gli operai specializzati (64,2%), i conduttori di impianti fissi e mobili (53,2%) e le professioni tecniche (49,5%).

In particolare, le figure più difficili da trovare sono gli attrezzisti (74,1%), operai addetti alle rifiniture delle costruzioni (73,6%), manutentori (73,1%) e fabbri ferrai (72%). Restano molto difficili da reperire i tecnici dei processi produttivi (67,5%), tecnici in campo ingegneristico (64,2%), tecnici della salute (58,9%) e tecnici della distribuzione commerciale (58,8%). Tra le cause principali resta la mancanza di candidati pari al 37,1% e la mancanza di competenze al 12%.

A livello territoriale hanno più difficoltà nell’assunzione del personale le imprese del Nord Est dove il 53,4% dei lavoratori ricercati è difficile da trovare. Quota questa molto superiore a quella registrata nel Sud e Isole (43,5%) e nel Centro (45,9%), mentre il valore nel Nord Ovest resta vicino alla media. In particolare, nelle principali regioni emergono questi problemi legati alle assunzioni: in Lombardia 122mila contratti e difficoltà di reperimento pari a 46,5%, nel Lazio 56mila e 38,0%, per il Veneto 52mila contratti e 54,4%, in Emilia-Romagna 49mila e 51,9% e, infine, in Campania 42mila e 41,0%.