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Cresme Europa Servizi: Appalti in blocco a dicembre 2022 sulle gare aggiudicate

Il 2022 con affidamenti per oltre 53 miliardi di euro ha senato un record. Ma una prima brusca frenata nel mese di dicembre quando sono stati aggiudicati appalti per soli 3.100 milioni dopo un periodo dell’anno con una media mensile superiore ai 5 miliardi.

Il settore degli appalti in dicembre ha frenato dopo la forte corsa da inizio anno. Il mese di dicembre ha registrato un importo enorme di opere messe in gara, con bandi per quasi 21 miliardi e forse tutte le stazioni appaltanti erano troppo impegnate per mettere registrare altre procedure per nuovi record del 2023 (complice anche la scadenza del 31 dicembre per prendere i fondi di copertura degli extracosti delle «opere indifferibili»).

Il periodo è particolare con il Pnrr continuamente da tenere in evidenza perché considerato in bilico tra fare e non fare, con il rischio serio che quel Piano si impantani perché, soddisfatti gli obiettivi di carta, quindi i bandi, bisogna passare all’azione, finire i progetti esecutivi e aprire i cantieri.

Il Governo ripete da mesi che una larga parte del Pnrr rischia seriamente di bloccarsi o almeno impantanarsi e che la caduta delle aggiudicazioni a dicembre costituisce un campanello di allarme. Bisognerà verificarlo nei mesi prossimi per capire se il sistema sta comunque correndo, come dicono i numeri sui bandi di gara, e si è solo fermata momentaneamente per riprendere subito la corsa. Oppure se il dato delle aggiudicazioni di dicembre è destinata a diventare una brusca frenata per il 2023.

Fra le stazioni appaltanti settoriali è sempre largamente in testa il settore ferroviario, trainato da Rfi, con 10.800 milioni, comunque lontani dai 15.200 milioni del 2021. I rallentamenti sono dovuti agli extracosti, con la ripetizione di molti bandi di gara per aggiornare prezzari e quadri economici delle opere.

Lo svolgimento delle gare dimostra che la macchina si è prontamente rimessa in moto e marcia veloce dopo aver assorbito un impatto fortissimo sui costi. Il buon giudizio che danno le imprese del settore costruzioni del committente ferroviario lo conferma. Bene l’Anas che cresce del 7,3% arrivando a 4.400 milioni di euro.

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