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Il 5G per risparmiare tempo alla guida

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

Il rapporto “Smart Italy 5G” commissionata da Centro studi Tim spiega i vantaggi del suo uso nel settore automobilistico

Il Centro Studi Tim ha pubblicato il rapporto “Smart Italy 5G”, curato da Michele Palermo e Guido Ponte, che spiega quali saranno i benefici per l’economia italiana, fino al 2040, attraverso il suo utilizzo nel settore automobilistico.

Lo spiega un articolo del Corriere della sera, a firma di Paolo Ottolina, ricordando che “nel settore dell’automotive si parla di 3,2 miliardi l’anno a partire dal 2025 con maggior efficienza nei processi produttivi, ma con ricadute anche su chi possiede un’auto.

Le promesse sono più sicurezza, meno stress, più intrattenimento a bordo, meno inquinamento e perdite di tempo (con semafori e parcheggi “davvero” smart), meno viaggi in officine con campagne di richiamo e aggiornamenti a distanza”. Un processo, quello del 5G, che procede poco per volta, come i pezzi di un puzzle.
 
Come spiega Giovanni Miragliotta, responsabile scientifico dell’Osservatorio 5G e Beyond del Politecnico di Milano, sulle pagine del Corriere della sera, il 5G è un “supporto alla guida. Un’auto può essere dotata di tutti i sensori possibili ma ‘vedrà’ sempre e soltanto in linea ottica. Immaginate se dietro l’angolo c’è un bambino che attraversa all’improvviso. Il veicolo non lo può sapere. Ma lo può sapere un semaforo o un altro mezzo parcheggiato lì vicino. E attraverso le nuove reti lo possono comunicare alla nostra auto, che può avvisarci o agire di conseguenza”. 
 
Umberto Ferrero, responsabile 5G e Digital Transformation di Tim, rammenta come il 5G sarà “una delle leve fondamentali per accelerare la digitalizzazione. Come Tim stiamo lavorando per sviluppare importanti soluzioni verticali, tra cui la smart mobility. Di recente abbiamo completato il Progetto C-Roads, con diversi partner italiani, testando comunicazioni tra infrastrutture, automobili e mezzi pesanti, sull’Autostrada del Brennero”.

“In questo progetto – si legge ancora nell’articolo – Iveco ha testato il cosiddetto ‘Truck Platooning’, ovvero un convoglio di tir in cui è il primo mezzo che ‘guida’ gli altri come fosse la motrice di un treno. Mentre il Centro ricerche Fiat ha provato l’Higllway Chauffeur: regolare la velocità, mantiene la traiettoria e cambia corsia in modo automatico”.

Ottolina nell’articolo spiega anche che a breve saranno già disponibili le prime offerte: “I gestori di autostrade e superstrade potranno fare accordi con i produttori e, sfruttando sensori di nuova generazione, offrire informazioni sul traffico e sui pericoli in carreggiata iperdettagliati. Persino se in una certa curva c’è una lastra di ghiaccio”.