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Appalti: Anac, destinare risorse a stazioni appaltanti

Photo credit: Le Strade dell’Informazione

(Come riportato da Le Strade dell’Informazione)

Stazioni appaltanti robuste e con le spalle larghe sono una garanzia contro le infiltrazioni della criminalità nei subappalti e una garanzia di buona spesa. Lo ha detto il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, in audizione alle Commissioni riunite Ambiente e Politiche Ue della Camera.

“Il rischio dei subappalti non sta nella soglia (del finanziamento, ndr), ma nella difficoltà delle stazioni appaltanti di controllare ad esempio i rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle aziende. Stazioni appaltanti robuste riescono a fare controlli indipendentemente dalle soglie, se sono deboli non riescono a farli.

Un utilizzo intelligente delle risorse europee deve prevedere di destinarne una parte alle stazioni appaltanti, garanzia contro le infiltrazioni e garanzia di buona spesa”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Giuseppe Busia in audizione alle Commissioni riunite Ambiente e Politiche Ue della Camera sulle ipotesi di modifiche alla normativa nazionale in materia di subappalto conseguenti a recenti sentenze e procedure di infrazione promosse dalla Commissione Ue.

“L’Anac – ha poi sottolineato Busia – deve essere non solo strumento di controllo e di verifica, affinché non vi siano infiltrazioni della criminalità organizzata, ma anche volano di sviluppo. Un soggetto che aiuta a spendere bene, aiuta le pubbliche amministrazioni a fare spesa di qualità e quindi a far si che le risorse pubbliche raggiungano l’obiettivo che si sono date”.

“Credo che nei confronti dell’Ue il potersi presentare – ha aggiunto il presidente dell’Anac – nel momento in cui si chiedono risorse come quelle del Recovery Fund dicendo di avere una Autorità indipendente che ha il compito di vigilare sui contratti pubblici, e dall’altro di garantire la trasparenza e prevenire la corruzione, è un di più e l’Italia attraverso un’Istituzione come l’Anac può divenire un modello anche per altri stati europei”.

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