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Roma-Latina, Palazzo Spada chiude il contenzioso tra Sis e Salini-Impregilo

Si ringrazia lo staff di Il Sole 24 Ore per la foto pubblicata

Pubblichiamo l’articolo di Edilizia e Territorio a firma Massimo Frontera sulla sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso del consorzio stabile Sis per realizzare l’Autostrada Roma-Latina.
Respinto il ricorso per revocazione promosso dal consorzio stabile. Resta ancora aperto il ricorso alla Corte di Cassazione
A circa tre anni dal primo ricorso al Tar Lazio, il Consiglio di Stato chiude il lungo contenzioso sulla gara in project financing da 2,7 miliardi per realizzare l’Autostrada Roma-Latina. Contenzioso che ha visto fronteggiarsi da una parte il consorzio Sis e, dall’altra parte, la cordata di imprese guidata Salini Impregilo con Astaldi, Ghella e Pizzarotti.
Con la sentenza pubblicata ieri (n.2733/2019), i giudici della V sezione del Consiglio di Stato hanno respinto il ricorso per revocazione promosso dal consorzio stabile Sis contro la sentenza n.5374/2018, emessa sempre dalla sezione V di Palazzo Spada a favore della cordata di imprese guidata da Salini Impregilo.
In altre parole i giudici hanno confermato la sentenza con la quale avevano ribaltato la pronuncia del Tar Lazio (n.4001/2017) a favore di Sis. Il lungo contenzioso – tuttavia – si chiude con uno zero a zero, perché le ultime sentenze di Palazzo Spada (del 2018 e del 2019), nonostante siano entrambi sfavorevoli a Sis, non implicano una aggiudicazione a Salini Impregilo. I giudici infatti hanno annullato in parte i documenti di gara, restituendo, di fatto, l’iniziativa alla stazione appaltante: Autostrade del Lazio.

Le due offerte non confrontabili
A questa conclusione si è arrivati analizzando la particolarità dell’offerta economica del consorzio Sis. Quest’ultimo, infatti, aveva proposto di utilizzare il contributo pubblico non come una somma a fondo perduto ma come un prestito che sarebbe stato restituito negli ultimi anni della gestione dell’opera.
Con questa soluzione, l’offerta economica del consorzio Sis aveva ottenuto un punteggio economico superiore all’offerta di Salini Impregilo, determinando l’aggiudicazione. Tuttavia, a un esame più approfondito, l’offerta del consorzio Sis ha rivelato la carenza di adeguate garanzie sulla restituzione del contributo pubblico/prestito. Ma soprattutto, i giudici hanno riconosciuto che i documenti di gara – e in particolare la lettera di invito – erano inadeguati a mettere a confronto le due offerte, radicalmente diverse tra loro. In altre parole, i giudici hanno lasciato aperta la possibilità di riaprire la procedura di finanza di progetto.

Il ricorso di Sis alla Corte di Cassazione
Dopo che si è chiuso il contenzioso con il giudice amministrativo, resta aperto un secondo fronte legale. Il consorzio Sis ha infatti presentato un ricorso anche alla Corte di Cassazione, tuttora pendente, i cui tempi non si prevedono rapidissimi (il verdetto potrebbe arrivare anche l’anno prossimo). C’è poi da ricordare che su quest’opera non c’è un consenso unanime della politica, né sul come realizzarla (project financing o appalto pubblico) e neanche sulla volontà o meno di farla. Le stesse associazioni locali dei costruttori edili hanno evidenziato posizioni assai diverse sull’opera: i costruttori romani dell’Acer sono a favore di un’opera pubblica da realizzare in più lotti mentre i costruttori di Latina sono a favore della prosecuzione della gara di project financing già avviata.