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Il Piemonte e la Liguria di nuovo colpite dal maltempo: «Qui non cambia mai nulla»

Da Novi Ligure a Gavi, sulla strada disastrata dove sono caduti quasi 480 millimetri di pioggia. Ovunque un senso di resa «Lavori e progetti fermi, non ci sono i soldi»

Alle porte e sulle finestre delle case di via Santa Maria ci sono i sacchi di sabbia. I vecchi rimedi funzionano ancora. «Ormai abbiamo esperienza» dice quasi con orgoglio Mario Gualco, pensionato. «A quelli in basso ci devi mettere sotto dei panni, perché qualcosa filtra comunque, mentre in alto bisogna fare solo massa con una doppia fila».

Basaluzzo è pura pianura alessandrina, i primi pendii delle valli sembrano distanti. Da dove è arrivata l’acqua? «Da ogni parte» rispondono tutti. Dalle falde che sgorgano in superficie, dal torrente Lemme che è vuoto quasi tutto l’anno, dai colli dove la terra è satura e non tiene più.

Slalom tra buche

La provinciale del Turchino che collega Novi Ligure a Gavi è uno slalom tra buche così profonde che potrebbero inghiottire un bambino. I sentieri ai lati della carreggiata sono diventati crepacci che buttano fango in continuazione. Gli argini del Riasco, un rivo dal letto quasi sempre asciutto, hanno ceduto di schianto, facendo crollare anche le centraline appena terminate del metanodotto in via di costruzione.

Franco Boccalatte, dirigente d’azienda con villetta a Francavilla Bisio, racconta di aver preparato le pale con un certo anticipo. Certo, aggiunge, ne è venuta giù tanta, cinque minuti di tregua e poi ore che sembrava un temporale senza fine. «Ma è comunque assurdo che il territorio sia ridotto così male».

La strada principale per Gavi è bloccata da una frana caduta quando la pioggia era ormai cessata.

Il giro largo passando da Novi Ligure finisce davanti allo sprofondo dell’Albedosa, un rigagnolo diventato fiume all’improvviso, per la prima volta, che ha distrutto il ponte sul quale viaggiava Fabrizio Torre, 52 anni guidatore di auto a noleggio, una delle due vittime accertate.

L’unica via accessibile sale per i colli della frazione Rovereto. A proprio rischio e pericolo, come dicono i Vigili del fuoco. Prima era una strada tra alberi e boschi.

Ora non è possibile distinguere una frana dall’altra. C’è un unico fronte che ha completamente trasfigurato il paesaggio. Per almeno due chilometri l’auto pattina sul fango, circondata da fango a monte e valle in un paesaggio inedito e lunare.

L’ultima frana è caduta all’ingresso del paese, in località Baracchino. Si è arrestata a 2-3 passi d’uomo dal civico 18, una palazzina abitata da due famiglie, che nei prossimi giorni dormiranno nelle stanze vuote al primo piano della scuola materna, sempre che i volontari riescano a ripulire quelle al pianterreno invase dalla melma.

Alla fine si arriva a Gavi, famosa per il vino, il paese che Umberto Eco nel suo Baudolino considerava come il vero posto di frontiera tra Basso Piemonte e Liguria.

In piazza Dante, il centro del borgo, l’acqua scorre ancora a onde piatte e continue, come una fontana da parco giochi, sgorgando dai tombini e dalle fondamenta dei negozi allagati e passando beffarda sotto i mezzi parcheggiati della Protezione civile.