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Gran Sasso, Confindustria: “Se chiude traforo danno enorme per le imprese”

“Chiediamo al Governo e a tutti gli attori interessati di assumere una posizione forte e netta per evitare la chiusura”

Pesa inchiesta su inquinamento falde acqua Chiusura del Traforo del Gran Sasso. Dentro i laboratori di Fisica Nucleare al centro dell’inchiesta 13 maggio 2019.

Un secco no alla chiusura del traforo del Gran Sasso che causerebbe “un danno enorme per tutte le imprese dell’Abruzzo interno.

Un provvedimento che metterebbe in ginocchio le aziende aquilane, già gravate dalle difficoltà di una ripresa post-sisma che fatica a decollare. Come Confindustria non possiamo che opporci fermamente alla paventata chiusura del traforo del Gran Sasso, annunciata da Strada dei Parchi SpA, la concessionaria delle autostrade A24 e A25”.

Una posizione netta quella del presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, Riccardo Podda, che si aggiunge alle polemiche suscitate dalla notizia circa la possibile chiusura del traforo a partire dal prossimo 19 maggio.

“Rendere operativa tale decisione, il 19 maggio, significherebbe tagliare a metà l’Abruzzo, con risvolti pesantissimi per il sistema imprenditoriale locale”, sostiene Podda, “isolando di fatto un territorio già duramente colpito dal terremoto, che sta lavorando affannosamente per ritrovare una sua identità economica e necessita di collegamenti rapidi e certi.

Verrebbe meno la garanzia del transito lungo la direttrice Tirreno-Adriatico, con problemi legati alla logistica e al trasporto delle merci, senza considerare il blocco delle attività dei Laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso”.

Confindustria invita il concessionario “a rivedere immediatamente la sua posizione”, richiamando Strada dei Parchi “alle proprie responsabilità.

Non è possibile interrompere un servizio necessario per collegare due aree dell’Abruzzo interno come L’Aquila e Teramo, gravate dalla crisi e dalle difficoltà di aver subito una catastrofe come il sisma, che ha inevitabilmente condizionato l’andamento di sviluppo e ripresa dei due versanti del Gran Sasso. Chiediamo al Governo e a tutti gli attori interessati”, conclude Podda, “di assumere una posizione forte e netta per evitare una chiusura che si trasformerebbe in un cataclisma economico per la nostra Regione, in particolare per l’aquilano”.

Martedì al MIT, ci sarà un vertice con la società Strada dei Parchi. Anche se non si esclude che il nodo del tunnel che, se chiuso, dividerebbe a metà l’Italia centrale, possa essere affrontato già oggi, nel corso di un incontro fissato alle 17,00 con la concessionaria per la questione del piano finanziario.

Secondo quanto ribadiscono dal MIT, la chiusura del traforo del Gran Sasso rappresenterebbe una “procurata interruzione di pubblico servizio che equivarrebbe a un inadempimento” grave da parte della società, concessionaria delle autostrade A24 e A25, che potrebbe portare alla “revoca immediata della concessione”, evocata nei giorni scorsi dal sottosegretario M5s Gianluca Vacca.

Strada dei Parchi fa sapere che il MIT era già informato dal 5 aprile della decisione e che in quella occasione non aveva fatto obiezioni. “Strada dei Parchi non ha competenza, il governo ci ha detto di stare fermi. Noi abbiamo scritto: ‘guardate che dobbiamo chiudere’, il governo non ci ha detto nulla in contrario. Sarebbe singolare se ora ci revocasse la concessione”, puntualizza il vicepresidente della concessionaria, Mauro Fabris.