Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Genova: il nodo delle gare per i lavori del ponte tra bandi Ue e deroghe

Al Commissario spetta l’amaro calice della verità. «Il problema non è il tempo necessario alla ricostruzione, ma quello che ci vorrà per giungere all’apertura del cantiere». Marco Bucci ci tiene a mantenere un approccio che lui stesso definisce aggressivo. «Demolizione entro il 2018, consegna nuova infrastruttura nei primi mesi del 2020. Sulla carta, ce la possiamo fare». Il sindaco appena nominato plenipotenziario nella sua città per tutto quel che riguarda le conseguenze del disastro del Ponte Morandi sa bene che le promesse fatte da tutti seguendo l’onda dell’emotività sono una utopia difficile da realizzare.

Le promesse

Nessuno è immune. Erano trascorsi quattro giorni dal disastro quando l’amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci disse che erano necessari appena otto mesi per la sostituzione del ponte, «a valle delle autorizzazioni». Vennero poi Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, «ottobre-novembre 2019», e altri ancora. La rassegna stampa potrebbe continuare a lungo. Anche se in ognuna di queste dichiarazioni figurava sempre una clausola di salvaguardia. Come quella in calce al piano Autostrade/Renzo Piano, l’unico finora sul tavolo. «Le tempistiche descritte presuppongono un iter autorizzativo estremamente compresso».

Le previsioni degli addetti ai lavori

L’ottimismo sparso a piene mani dalla politica è sempre apparso in contrasto con le previsioni degli addetti ai lavori. «Se fosse tutto finito tra quattro anni sarebbe un esempio di grande velocità», aveva detto il docente di Ingegneria Antonio Brencich, prima di dimettersi dalla commissione ispettiva del ministero per evitare sospetti su un possibile conflitto d’interessi. Anche il professor Giulio Ballio, ex rettore del Politecnico di Milano, uno dei maggiori esperti del settore, aveva confermato la stima di 3-4 anni in caso di demolizione totale del ponte Morandi.

Tra sogni e realtà

Marco Bucci ha il compito di restringere il divario tra sogni e realtà. Finora ha visionato quattro progetti di ponte e ognuno di essi prevede un massimo di 15 mesi dall’apertura del cantiere con lavori simultanei di demolizione e costruzione da ovest e est, perché il moncone di ponente dovrebbe essere il primo a essere dissequestrato. La cattiva notizia è che fonti della Procura tendono a porre l’orizzonte della fine dell’anno per la restituzione integrale dell’infrastruttura, dettaglio che obbligherebbe comunque a spostare già in avanti le lancette.

No ad Autostrade

Il neo Commissario ha provato a far cambiare idea al governo sull’esclusione di Autostrade, ma da quell’orecchio la metà pentastellata dell’esecutivo non ci sente. L’affidamento «in house» alla società concessionaria era infatti la via più veloce, perché in buona sostanza avrebbe ridotto la faccenda a una questione di diritto privato. Niente da fare. Gli accordi presi dal sindaco con il premier Giuseppe Conte prevedono invece l’abolizione dal decreto Genova del paragrafo che esclude anche ogni società che ha avuto rapporti di lavoro con qualunque concessionaria. A quel punto sarebbe possibile costituire fin da subito una Associazione temporanea di imprese che potrebbe ricevere l’affidamento diretto dei lavori, evitando qualunque gara in deroga al codice degli appalti nostrano ed europeo, così come auspicato da Toninelli durante l’audizione alla Camera dello scorso 11 settembre. Esiste una direttiva, la 2014/25, che prevede la possibilità di evitare la gara solo nel caso in cui non possano essere rispettati i termini per procedure d’appalto aperte, ristrette o negoziate.

I tempi

Per fare eccezione, l’Italia dovrebbe dimostrare di non avere responsabilità nel ritardo e dovrebbe ottenere l’autorizzazione dell’Ue. La via più veloce è questa, ma è anche quella più esposta a ricorsi di ogni genere. La strada mediana, ma sempre a rischio di contestazione, è la gara a interpello ristretto che inviterebbe 4-5 soggetti appaltanti a fare un’offerta. Prevede un tempo medio di preparazione che si aggira sui sei mesi. Per il bando europeo, che metterebbe al riparo da ogni inghippo, serve almeno un anno per la sola scrittura dei singoli capitolati di appalto. Bucci ha l’obbligo dell’ottimismo. La logica, e gli esperti, suggeriscono nella migliore delle ipotesi un arrivederci al 2021. Ma solo e soltanto se tutto andrà bene come mai prima.