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Verso contratti standard con il Bim

L’utilizzo del Bim diventerà un fattore determinante sia per il sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti che per il nuovo rating di impresa. È quanto ha anticipato l’Anac nel corso del convegno che a Milano ha visto coinvolti l’università degli studi di Milano, il Politecnico di Milano e l’università degli studi di Brescia, rappresentati dai professori Sara Valaguzza, Giuseppe Di Giuda e Angelo Ciribini. Un incontro che ha permesso di analizzare un tema fondamentale in prospettiva: l’impatto dirompente che il building information modeling avrà sulla struttura dei contratti tradizionali. Con un invito: avviare immediatamente la redazione di contratti standardizzati.

Il convegno era dedicato a un tema poco affrontato finora: quello dei nuovi modelli contrattuali che discenderanno dall’introduzione della modellazione informativa anche nel nostro paese. Il ruolo che il Codice appalti assegna al Bim e lo spazio che progressivamente la modellazione sta conquistando sul mercato produrranno, infatti, effetti importanti anche in termini giuridici. Per lavorare sul tema, allora, i dipartimenti delle tre università avvieranno una collaborazione.

La novità più interessante della giornata, però, è arrivata da Adolfo Candia dell’ufficio regolazione dell’Autorità anticorruzione, che ha anticipato come l’utilizzo del Bim diventerà un elemento premiale per le committenze virtuose nel quadro delle nuove regole sulla qualificazione delle stazioni appaltanti. Allo stesso tempo, avendo un riflesso importante sulla capacità performativa, potrà essere utilizzato per il rating di impresa.

Di Giuda si è concentrato sulle potenzialità del Bim, come il risparmio dei tempi e dei costi, il miglioramento della performance della pubblica amministrazione, la diminuzione degli errori di progetto, l’aumento della condivisione e della qualità dei progetti. In questo senso, sono molte le opere che avrebbero beneficio da un impiego massivo del Bim, comprese quelle già avviate. Valaguzza, invece, ha sottolineato come il Bim possa essere uno strumento di promozione della concorrenza e di rilancio del settore, dal momento che incentiva la partecipazione delle imprese straniere e favorisce la bancabilità del progetto, perché riduce il rischio finanziario.

Mentre da Angelo Ciribini arriva un invito: adesso è fondamentale avviare il lavoro sulla contrattazione tipo in materia al più presto, sulla falsariga delle esperienze straniere. “La standardizzazione dei contratti ci troverà pronti solo se continueremo a lavorare in maniera trasversale, con gli operatori del settore, con le istituzioni, con i nostri centri di ricerca, aggregando competenze tecnici e giuridiche in un processo razionale, veloce, critico e realista”, spiegano gli organizzatori dell’incontro. Il concetto base del Bim, infatti, è legato all’eliminazione dell’asimmetria informativa che esiste nei processi tradizionali tra committenti, progettisti, imprese e gestori dell’opera. Il nuovo scenario di condivisione delle informazioni porta anche delle conseguenze sul fronte dei contratti: bisogna passare, quindi, a nuovi modelli contrattuali di tipo collaborativo.

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