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Stop ai mezzi Euro 3 in Lombardia

“L'inquinamento ambientale è un problema serissimo, ma per curare un disastro non bisogna utilizzare rimedi che rischiano di essere altrettanto disastrosi se non addirittura peggio”.
Con queste parole il presidente di Fai Conftrasporto Milano, Angelo Sirtori, ha commentato la decisione, adottata dalla Regione Lombardia, di vietare l’accesso, a partire dal 15 ottobre 2016, nelle 209 località della fascia critica A1, a tutti mezzi diesel Euro 3, mettendo così al bando qualcosa come  800mila veicoli, di cui oltre 200mila commerciali.
“Furgoni e camion che non potranno più consegnare le merci nei negozi, nei capannoni artigianali, nelle fabbriche; mezzi che idraulici, elettricisti, falegnami e decine di migliaia di altri artigiani non potranno più utilizzare per effettuare interventi di riparazione… Senza dimenticale le centinaia di migliaia di auto dei pendolari diretto in ufficio, in fabbrica…
Un disastro di dimensioni apocalittiche: stiamo parlando di impedire l’accesso a un’area vastissima che rappresenta il 70 per cento dell’area produttiva della Regione che traina l’economia del Paese”, ha proseguito Angelo Sirtori. “Qualcuno si sta rendendo conto dell’effetto boomerang di questa decisione?
Sicuramente la faccia della medaglia che i responsabili del Tavolo Aria hanno mostrato nell’incontro avvenuto giovedì, durante il quale è stata comunicata ai rappresentanti di categoria, senza alcun preavviso,  quasi fosse una cosa di poco conto,  l’incredibile notizia, è una faccia bella, pulita, di quelle che servono a “farsi belli” agli occhi degli elettori. Ma il rovescio della medaglia è da incubo per decine centinaia di migliaia di lavoratori.
Se è questa la strada che il mondo politico ha deciso di percorrere, se sono queste le grandi strategie che gli amministratori pubblici hanno deciso di adottare solo perché non sono in grado di concepire piani d’intervento che possano individuare una soluzione del problema a monte e non a valle, temo che la tanto sbandierata ripartenza del sistema Italia sia solo l’ennesimo slogan. Chiacchiere da politicanti, del tutto incomprensibili per centinaia di migliaia di lavoratori per i quali questo tipo di soluzioni crea solo problemi e costi in più e nient’altro”.