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Dalla Legge di stabilità, sfide diversificate per l’Anas

Un’Azienda che, oltre a occuparsi della rete viaria di interesse nazionale, sappia esercitare una specie di soft leadership su tutta la materia “stradale”, dunque su tutte le strade, grandi e piccole, dello Stivale. Questo, il vestito che la Legge di stabilità 2016 – la n. 208 del 28 dicembre 2015 – sembra cucire addosso ad Anas.

Non si spiegherebbe altrimenti il comma 656 (la Legge di stabilità, notoriamente, consta di un solo articolo con svariate centinaia di commi), che autorizza Anas S.p.A. a stipulare con le regioni e gli enti locali, fino a un massimo di 100 milioni di euro, accordi per avere in affidamento la progettazione, l’esecuzione, la manutenzione e la gestione di strade non rientranti nella rete stradale e autostradale nazionale.

Né si spiegherebbe il comma 875, che abilita la Società stessa a effettuare, previa delibera del Consiglio dei ministri, interventi di manutenzione straordinaria sulle strade provinciali, nei territori dichiarati in stato di emergenza ai sensi della normativa sulla protezione civile.

Traspare, da queste recentissime indicazioni legislative, un’idea di valorizzazione di un’Azienda con quasi 90 anni di esperienza nel settore stradale; o forse la consapevolezza della necessità, per lo Stato, di avere, con riferimento a quel settore, una sorta di struttura di ultima istanza, unitaria e tecnicamente autorevole; o forse, più probabilmente, entrambe le cose.