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Presentato il Masterplan per il Mezzogiorno. Per Palazzo Chigi è fondamentale il ruolo delle infrastrutture

Le infrastrutture giocano ancora un ruolo determinante per il futuro del Sud. È quanto si desume dal Masterplan per il Mezzogiorno che il Governo ha reso noto questa settimana. Si tratta di un documento di lavoro “aperto” che ha l’obiettivo di contribuire a definire 15 Patti per il Sud che scaturiranno dal confronto Governo-Regioni-Città Metropolitane.

All’interno del Masterplan c’è una serie di misure e iniziative che, come si legge nel testo, hanno l’obiettivo di far ripartire il Mezzogiorno e che prendono spunto da alcuni punti di forza come “aerospazio, elettronica, siderurgia, chimica, agroindustria, turismo”, che devono però essere collocati in “un contesto di politica industriale e di infrastrutture e servizi che consentano – dice ancora il Masterplan di Palazzo Chigi -, di far diventare le eccellenze meridionali veri diffusori di imprenditorialità e di competenze lavorative”. Tutto, tenendo presente che la dotazione economica messa a disposizione dal Governo è pari a circa 95 miliardi, da qui al 2023.

Il ruolo delle infrastrutture. Determinante per Palazzo Chigi è la spinta alla crescita provocata dalla dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno. “Grande attenzione – si legge nel testo -, deve essere posta al superamento del gap infrastrutturale che separa il Sud dal resto del nostro Paese”. Un obiettivo che può essere raggiunto con “capacità di programmazione”, “semplificazione amministrativa”, “attribuzione chiara di responsabilità” e “riforma del Titolo V della Costituzione” in modo da superare le sovrapposizioni di competenze tra livelli di governo.

Secondo Palazzo Chigi, quindi, “è ora di mettere la parola fine a incertezza regolatoria e costi collaterali che aumentano l’onere per la collettività e azzoppano la possibilità stessa di realizzare le infrastrutture”.

Guardando più da vicino il tema infrastrutturale, il Masterplan spiega che “il Governo è impegnato a definire e attuare, anche con l’apporto di imprese partecipate dallo Stato (Terna, Snam, FS, Anas), progetti infrastrutturali decisivi per connettere il Mezzogiorno al resto del Paese, all’Europa, ai mercati internazionali”. Si parla quindi del Piano Banda Ultralarga (già stanziati 3,5 miliardi sul Fondo Sviluppo e Coesione e 2 miliardi sui Programmi Operativi Regionali), dell’Alta Velocità sugli assi adriatico e tirrenico e sulla Napoli-Bari-Taranto, oltre che dell’ammodernamento del sistema ferroviario in Sicilia e Sardegna; viene inserito anche il Piano della portualità e della logistica oltre che il Piano degli aeroporti e quello che punta al “risanamento e sviluppo degli assi viari portanti”. Attenzione particolare anche alle interconnessioni per superare i principali colli di bottiglia “che ostacolano il funzionamento del sistema elettrico e di quello del gas.

Le risorse. Circa le fonti di risorse finanziarie per realizzare il Masterplan, il Governo indica i Fondi strutturali (FESR e FSE) 2014-20 pari a 56,2 miliardi di euro, di cui 32,2 miliardi di euro europei e 24 miliardi nazionali, cui si aggiungono fondi di cofinanziamento regionale per 4,3 miliardi di euro, e Fondo Sviluppo e Coesione, per il quale sono già oggi disponibili – dice il documento -, 39 miliardi di euro sulla programmazione 2014-20. Complessivamente, si tratterebbe, come si è detto, di circa 95 miliardi di euro a disposizione da qui al 2023 per politiche di sviluppo entro cui il ruolo delle infrastrutture sarà di primo piano.