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Gasdotto Tap, il Tar fa riavviare i carotaggi

Il Tar del Lazio «sblocca» i carotaggi per il gasdotto Tap nel Salento e il ministero dello Sviluppo economico accelera sull’autorizzazione finale, delegando Palazzo Chigi e sottolineando che è strategica l’opera destinata a portare in Italia dall’Azerbajian, via Grecia, Albania e Mar Adriatico, 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno (raddoppiabili) con un investimento di 40 miliardi. 

Risale ai primi di ottobre l’ordinanza con la quale il Comune di Melendugno (Lecce) nella cui marina ricade San Foca, punto di approdo del gasdotto, ha fermato i carotaggi avviati da Tap appena qualche giorno prima. Il Comune contestò l’inadeguatezza delle autorizzazioni in possesso di Tap mentre la società affermò di essere in regola col decreto rilasciato dalla Prefettura di Lecce. 

La battaglia si è poi spostata al Tar del Lazio, dove Tap ha impugnato l’ordinanza chiedendone la sospensione. Dopo una prima udienza a dicembre, ieri i giudici si sono espressi. «I carotaggi – scrive il Tar – sono quelli per i quali non è risultato necessario il nulla osta paesaggistico come si evince dal provvedimento prefettizio». I rilievi nel terreno «non comportano un’alterazione permanente del territorio e hanno portata ridotta» e infine risultano urgenti «al fine di poter compilare la progettazione esecutiva dell’opera». 

Per il Tar del Lazio, «nella comparazione degli interessi appare prevalente l’interesse allo svolgimento delle indagini di carotaggio», quindi ordinanza sospesa e via libera al riavvio dei lavori. Non ha ancora deciso il comune di Melendugno se fare appello al Consiglio di Stato oppure giocare la partita nell’udienza di merito del 10 giugno. Il progetto Tap però avanza, anche perché nel frattempo il Mise ha rimesso alla presidenza del Consiglio «il procedimento per l’autorizzazione alla costruzione ed esercizio» del gasdotto. 

La conferenza per l’autorizzazione unica, infatti, svoltasi al Mise agli inizi di dicembre «non dà spazio a margini di ulteriori tentativi di superamento del dissenso ai fini dell’intesa sull’opera» e quindi sarà Palazzo Chigi a dare il via libera. Il sito – dovrebbe ormai essere pacifico – sarà quello di San Foca, anche perché da fine agosto a oggi, ovvero da quando il gasdotto ha ricevuto dal ministero la Valutazione di impatto ambientale, il tavolo insediato dalla regione Puglia con i comuni dell’area salentina non ha prodotto indicazioni alternative e la stessa regione, nella conferenza al Mise, ha solo ribadito il suo dissenso sul punto di approdo. Che invece, per il ministero dell’Ambiente, è il migliore e consente la più efficace mitigazione dell’impatto.