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«Appalti Roma, subito nuove regole»

Una strategia in più tempi per fare di Roma la capitale morale d’Italia. Lo dice Alfonso Sabella, magistrato e assessore alla Legalità. Lo conferma il sindaco della capitale Ignazio Marino.

Una strategia che dovrebbe concretizzarsi entro un paio di mesi e che sarà attuata, nelle intenzione della giunta capitolina, con la rimodulazione e l’adeguamento del Piano di prevenzione della corruzione (oggi la giunta darà il via al documento già pronto, giudicato però una riedizione del precedente che si è rivelato fallimentare) e con l’approvazione di un nuovo regolamento sugli appalti all’interno del quale sarà inserita la previsione di una Stazione unica appaltante. Per il momento di concreto c’è una direttiva di giunta che punta a porre un «argine – spiega Sabella – per salvare i soldi dei romani, i tre miliardi del bilancio di previsione che per la prima volta è stato approvato entro il 31 dicembre». 

E la prima questione che la direttiva vuole affrontare è proprio quella degli affidamenti diretti, delle procedure negoziate il cui valore è esploso nel primo anno e mezzo di amministrazione guidata da Marino. Sul punto il sindaco è netto: «Ci sono alcuni aspetti su cui vale la pena soffermarsi. Il primo è questo: non esisteva un bilancio di previsione per il 2013 e dunque la spesa è stata gestita in dodicesimi e noi ci siamo trovati a dover spesso prorogare affidamenti per far assicurare i servizi essenziali. 

Il secondo fatto che vorrei sottoporre a una riflessione è questo: al mio insediamento mi sono ritrovato con oltre 800 milioni di buco in bilancio e sono stato io a chiedere all’allora ministro dell’Economia di inviare gli ispettori o la Guardia di finanza per capire bene come erano stati spesi i fondi pubblici.

Da quell’ispezione ne è derivata una relazione di 200 pagine in cui venivano individuate opacità e procedure illegittime e sono stato io a volere la Centrale unica degli acquisti. Noi abbiamo lavorato e stiamo lavorando per cambiare radicalmente tutto: abbiamo per esempio approvato il bilancio di previsione del 2015 entro il 31 dicembre dell’anno scorso nonostante non vi fosse obbligo di legge». 

Certo la vicenda che riguarda l’esplosione del valore degli affidamenti diretti resta ancora tutta da indagare. «Faremo le dovute verifiche per capire se c’è stata solo superficialità e pressappochismo o se e in quali casi c’è stata malafede – dice Sabella -: chiederò la collaborazione dell’Autorità anticorruzione e della Procura della Repubblica cui mi rivolgerò continuamente. Intanto occorreva intervenire e lo abbiamo fatto con questa direttiva che è sì un atto di indirizzo ma contiene anche indicazioni che noi riteniamo cogenti nel rispetto dell’autonomia dei dirigenti i quali saranno sottoposti a una valutazione di risultato sulla base delle indicazioni contenute in quell’atto e nel caso di mancato rispetto saranno licenziati: forse non è mai stato fatto, ma a Roma i licenziamenti saranno fatti». Sulla questione dei licenziamenti anche Marino dice: «Chi tradisce i cittadini con i suoi comportamenti è giusto che vada a casa». 

Uno dei punti fondamentali della strategia della giunta è quello di evitare le emergenze (vere o create ad arte) foriere di affidamenti diretti e spesso con criteri inspiegabili prevedendo di utilizzare le somme urgenze solo quando, dice Marino «ci sono realmente urgenze». «Abbiamo visto – spiega Sabella – che in qualche caso si dichiarava di fare ricorso al mercato elettronico, ma quel ricorso si limitava a una selezione delle aziende presenti in quel mercato e poi si procedeva con le procedure negoziate» . 

La direttiva contiene una sessantina di articoli e parecchi comma tanto da apparire un vero e proprio codice di comportamento destinato a essere inserito nel prossimo regolamento cui la giunta sta lavorando in questi giorni. L’atto di indirizzo pur sottolineando l’autonomia dei dirigenti dà indicazioni di programmare le spese entro 120 giorni dall’approvazione del bilancio preventivo e di comunicare sei mesi prima all’assessore competente la scadenza di un contratto per evitare di decidere all’ultimo minuto. Non solo, spiega ancora il magistrato, «i dirigenti dovranno relazionare ogni tre mesi e nel caso si faccia ricorso a procedure negoziate sarà necessaria una adeguata motivazione di questa scelta». 

C’è un altro punto qualificante, che alla luce dell’inchiesta su Mafia Capitale diventa molto rilevante:?«Le imprese selezionate per le gare dovranno dichiarare se nel periodo precedente hanno dato contributi in qualsiasi forma ad associazioni o fondazioni legate alla politica». 

Sul fronte dei dirigenti Sabella sta lavorando per definire criteri per attuare la rotazione che devono essere «trasparenti, certi e rispettosi delle competenze» dice il sindaco. Dal monitoraggio sugli appalti non rimarranno fuori le partecipate: la direttiva prevede espressamente che vi si adeguino anche le ex municipalizzate («A parte l’Acea che è una quotata» precisa il sindaco). E i municipi? «È la sfida del 2018 – dice Marino -: i Presidenti sono consapevoli e partecipi di questo processo di cambiamento».