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Fondi UE: il piano di Palazzo Chigi per centrare gli obiettivi di spesa per il 2007-2013

Riprogrammare i piani in ritardo. È questo la mossa che il Governo ha intenzione di attuare a settembre per assestare lo sprint finale nella corsa alla spesa dei fondi europei della programmazione 2007-2013. L'indicazione arriva da Ludovica Agrò, direttore generale dell'Agenzia per la coesione territoriale e viene confermata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti: nel mirino ci sono i programmi regionali di Sicilia, Campania e Calabria e il Pon Reti. Anche se, per De Vincenti, va sottolineato che questa operazione sarà fatta «in pieno accordo con Bruxelles».

Il piano allo studio sarà giocato su diversi piani. Prevede di fare leva, anzitutto, sull'accelerazione della rendicontazione: entro la fine dell'anno l'Agenzia per la coesione sta lavorando insieme a tutti i soggetti attuatori dei programmi per ottenere un aumento delle spese che risultano messe a bilancio. Parla Agrò: «La vera scadenza alla quale si guarda non è la fine 2015, il termine per rendicontare le spese, ma marzo del 2017, data entro la quale bisogna completare il processo di certificazione». Tramite questo sdoppiamento contabile si cercherà di non perdere nemmeno un euro. «I progetti non completati a fine 2015 potranno essere portati a termine entro inizio 2017».

La rendicontazione non sarà l'unico piano sul quale agirà l'Agenzia. «Oltre a rendincontare il più possibile per assorbire risorse – prosegue Agrò -, il nostro lavoro punterà a velocizzare le procedure in atto. Ci sono gare da fare e ostacoli procedurali da rimuovere. Puntiamo a recuperare spesa anche in questo modo». A questo guardano anche i piani d'azione concordati con la Commissione europea.

Queste due azioni, però, potrebbero non bastare. Ci sono alcuni piani i cui livelli di spesa sono pericolosamente bassi. I Por Fesr di Calabria, Sicilia e Campania sono tutti e tre sotto il 60%, il Pon Reti e mobilità è, addirittura, sotto il 50 per cento. «Per Campania e Calabria, e forse anche per Sicilia e Pon Reti stiamo pensando a una riprogrammazione», dice Agrò. Che, però, avrà una serie di paletti: «Sarà fatta all'interno degli obiettivi del programma». Inoltre, come spiega De Vincenti, «tutte le misure che prenderemo saranno concordate pezzo per pezzo con la Commissione europea». Il Governo «non sposterà le risorse in maniera casuale ma andrà, insieme ai soggetti attuatori, a scegliere progetti che, comunque, centreranno gli obiettivi qualitativi posti dai diversi piani».

Sui target di spesa non esaltanti centrati al 31 maggio, comunque, il sottosegretario a Palazzo Chigi vede il bicchiere mezzo pieno. «Siamo soddisfatti, perché si tratta di dati in linea con gli obiettivi che ci eravamo posti. Dobbiamo considerare che c'erano fortissimi ritardi da recuperare: a fine 2011, per fare un esempio, eravamo ad appena il 15% dei fondi utilizzati».

Infine, va registrato che l'Agenzia per la coesione sta per essere messa finalmente a pieno regime. «Abbiamo costituito e insediato i nostri organi – dice Agrò -. Siamo in attesa del parere positivo sul Dpcm che farà partire il nuovo assetto organizzativo». Quando arriverà, al massimo subito dopo l'estate, sarà possibile procedere alle nomine dei vertici della struttura. Entro la metà del 2016, poi, arriverà il personale dedicato all'Agenzia, selezionato tramite concorso. Anche se, nel frattempo, l'ente potrà comunque contare su circa 250 dipendenti. «In questo modo nei prossimi mesi saremo in grado di svolgere l'attività di assistenza e progettazione per la quale l'Agenzia è nata», conclude Agrò.