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Eurostat: Costruzioni in Europa, 2014 con andamento altalenante

Sono molti i numeri da interpretare per capire l’andamento di fine 2014 nel settore delle costruzioni, con segni positivi e negativi che si susseguono in Europa e nel nostro paese. Per avere un quadro chiaro o – per meglio dire – completo, è infatti necessario analizzare le tendenze registrate a fine anno rispetto ai mesi precedenti e allo stesso periodo del 2013, ma tenere presenti anche le medie complessive dello scorso anno.

A tal proposito Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, segnala che a dicembre 2014, rispetto al mese precedente, la produzione nel settore delle costruzioni è scesa dello 0,8% nell’area euro e dello 0,5% nei 28 stati della UE. Inoltre, sempre a dicembre 2014, rispetto al dicembre 2013, la produzione nel settore delle costruzioni è scesa del 3,5% nell’area euro e dello 0,5% nella UE.

L’ultimo mese dello scorso anno, quindi, non ha fatto registrare performance brillanti in Europa, ma bisogna sottolineare che complessivamente, nei 12 mesi del 2014, la produzione media nelle costruzioni ha registrato un buon incremento rispetto all’anno precedente: del 2% nell’area euro e del 3% nella UE.

Per quanto riguarda l’Italia, Eurostat segnala alcuni dati contrastanti. Infatti, il nostro paese ha registrato uno degli incrementi più alti in Europa tra novembre e dicembre 2014 (+2,3%), ma anche una delle performance più negative se si paragona dicembre 2014 allo stesso mese del 2013 (-5,2%).

Tra gli stati membri a dicembre 2014, rispetto al mese precedente, le perdite più evidenti sono state registrate in Ungheria (-6,5%), Repubblica Ceca (-3,3%) e Germania (-2,9%), mentre le performance migliori sono state ottenute da Romania (+7,2%), Italia (+2,3%) e Polonia (+1%).

Per quanto riguarda il confronto tra dicembre 2014 e dicembre 2013, notevoli decrescite sono avvenute in Slovacchia (-9,8%), Repubblica Ceca (-7,8%), Francia (-7,5%), Italia (-5,2%) e Germania (-4.7%), mentre un andamento particolarmente positivo è quello ottenuto ancora una volta dalla Romania (+15%), seguita da Svezia (+9,4%), Polonia (+4,8%), Regno Unito (+4,7%) e Slovenia (+4,6%).