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Dissesto, 160 cantieri nelle grandi città: a fine giugno la lista delle opere

Sono circa 160 le opere che la struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico prevede di poter finanziare attraverso il programma stralcio di 600 milioni dedicato alle città metropolitane. Per ottenere la lista delle opere che saranno sbloccate grazie al programma varato lo scorso autunno sull'onda dei danni causati dalle alluvioni in Liguria bisognerà attendere fine giugno. Poi però l'intenzione è di mettere subito in moto progetti e cantieri.

«Il 25 giugno si chiude il termine per la presentazione da parte delle Regioni – spiega Mauro Grassi, direttore dell'Unità di Missione -. Poi bisognerà attendere solo qualche giorno per la validazione dei progetti da parte delle Unità di bacino». Compiuti questi passaggi «emaneremo il decreto con la lista delle opere».

I controlli

A vigilare che gare e cantieri procedano secondo le regole (nonostante le deroghe previste dal decreto Sblocca Italia per accelerare la realizzazione del piano) sarà l'Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone. A Palazzo Chigi è stato infatti firmato un protocollo di intesa tra l'Anac, il capo della Struttura di missione Erasmo D'Angelis, i ministri Delrio (Infrastrutture) e Galletti (Ambiente).

I controlli ovviamente non saranno limitati al piano stralcio per le aree metropolitane, ma riguarderanno – a campione – tutti gli interventi anti-dissesto. «Il piano prevede una spesa di 9 miliardi in sette anni (programmazione europea 2014-2020, ndr) – ha spiegato il responsabile della struttura di missione D'Angelis -. Si tratta di 7.150 opere da realizzare in tutte le regioni. Vogliamo farlo rispettando i criteri di trasparenza e legalità». «Per troppo tempo abbiamo pensato che avere le risorse fosse il problema principale – ha aggiunto il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti -. Tra avere le risorse ed effettuare gli interventi possono passare dieci anni ed è per questo che bisogna capire come spenderle in fretta e in modo trasparente».

La rapidità di spesa dovrebbe essere garantita dalla scelta di agire attraverso i commissari regionali. «Ora bisogna garantire che lo snellimento delle procedure non abbia ricadute sulla trasparenza», ha concluso il ministro. Proprio l'argomento su cui ha puntato Cantone.

«Quest'intesa non punta a bloccare i cantieri ma sceglie la strada dei controlli in progress. Non possiamo controllare tutti i cantieri ma di certo non faremo sconti». Cantone ha ricordato che in passato «le grandi opere sono state occasione di grandi abbuffate e spesso questa è stata la scusa per non farle. Ora vogliamo provare a coniugare efficienza e legalità».

Appalti risolti per corruzione

I controlli non riguarderanno soltanto le gare, ma si estenderanno «fino ai collaudi», ha detto D'Angelis. Soprattutto non arriveranno a «babbo morto», ma seguiranno la logica della «vigilanza collaborativa» inaugurata da Cantone. «Vogliamo supportare gli enti coinvolti per fare in modo che tutto si svolga secondo le regole – ha spiegato il presidente dell'Anticorruzione – non puntare il dito per segnalare gli errori quando tutto è giù successo».

Da segnalare la clausola risolutiva che i commissari (o i «soggetti attuatori») incaricati di gestire gli appalti dovranno inserire nei bandi per adempiere all'accordo. Prevede che il contratto venga immediatamente risolto nel caso in cui per uno dei dirigenti o rappresentanti di impresa vengano previste misure cautelari o rinvio a giudizio per fatti di corruzione, turbativa d'asta, traffico di influenze illecite.

La macchina dell'Anac si è già messa in moto per attivare i controlli su una parte di cantieri. Si tratta di quelli di più piccola dimensione (sotto i 5,2 milioni) per cui il decreto Sblocca Italia prevede una discreta serie di scorciatoie procedurali. «Siamo pronti ad attivarci non appena le segnalazioni sull'uso delle deroghe da parte delle stazioni appaltanti raggiungeranno una certa massa critica».

«La vigilanza e la trasparenza fanno parte del nostro lavoro- ha sottolineato il ministro Graziano Delrio – L'Italia ha bisogno di ripartire e questo aiuterà le opere pubbliche ad essere realizzate. Non saranno certo questi controlli a rallentarle».

La cartina dinamica con i lavori

Presentato anche il restyling dell'Italia dei cantieri in open data (mappa.italiasicura.gov.it), una mappa ancora più completa e aggiornata. Ogni azione è rappresentata geograficamente nel contesto della pericolosità del luogo, anche con gli indici di rischio per aumentare la coscienza e la conoscenza dei fenomeni. 1.772 sono i primi cantieri aperti per opere di prevenzione del rischio idrogeologico in tutta Italia, per 2.301 milioni di euro. Di tutti i cantieri è possibile conoscere costi, tempi, e tipologia di intervento che si sta realizzando.