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L’Fmi alza le stime di crescita per l’Italia. Bene le riforme

Il Fondo monetario internazionale ha alzato la stima di crescita dell'Italia per il 2015 allo 0,7%, per il 2016 il Pil è atteso aumentare dell'1,2%: «Il primo trimestre è andato molto più forte di quanto atteso, mentre per il 2016 siamo ancora cauti perché vogliamo vedere in che misura riprenderanno gli investimenti», ha detto la capo-missione Petya Koeva Brooks, in un briefing con i media al termine della visita del Fondo in Italia conclusa con il rapporto annuale (article IV).

«Sosteniamo ampiamente le riforme del governo, ci sono ottime riforme» – dicono i tecnici – spiegando che la «sfida» dei prossimi anni è la piena realizzazione delle misure e che l'Italia deve «approfittare del momento propizio» per accelerare gli sforzi. Nel merito, l’Fmi sostiene che il programma di privatizzazioni del Governo italiano deve tornare ad essere «più ambizioso».

Il riferimento, spiega la capo missione del Fondo, Petya Koeva Brooks, è al programma contenuto nella Legge di stabilità, più ambizioso di quello, aggiornato, del Def. «La recente vendita di azioni Enel è un passo positivo» si legge nello statement con riferimento al collocamento del 5,7% della società. «Gli obiettivi delle privatizzazione dovrebbero essere più ambiziosi per trarre vantaggio dalle favorevoli condizioni di mercato». Condizioni che nel recente passato non c'erano, ammettono gli ispettori di Washington.

Le misure prese oggi dal Governo per rimborsare la mancata indicizzazione delle pensioni per 3,7 milioni di persone «non dovrebbero modificare la politica di bilancio né quest'anno né il prossimo». È scritto nelle conclusioni del Fmi in missione in Italia. Il Fondo non ha voluto commentare la sentenza della Corte Costituzionale né aggiungere ulteriori valutazioni, preferendo attendere i dettagli del decreto legge appena varato dal Consiglio dei ministri.

Il modesto consolidamento di un quarto di punto percentuale di Pil è appropriato, considerando la crescita ancora sottotono e l'elevato debito. E' il giudizio che il Fondo monetario esprime nelle conclusioni dell'Article IV, riferendosi al target di deficit/Pil al 2,6% per quest'anno e all'aggiustamento strutturale messo in cantiere dal Governo. La politica fiscale ha di fronte «due sfide gemelle: sostenere la crescita e ridurre il debito», si legge nelle conclusioni.