Il Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica (PSNPL) approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri ai primi di Luglio costituisce un primo passo importante nel riordino delle logiche di pianificazione dei trasporti in Italia, in vista anche del Documento di Programmazione Pluriennale atteso entro la fine dell’anno che dovrebbe costituire lo strumento di inquadramento generale strategico.
Il PSNPL chiarisce il ruolo di un efficiente “Sistema Mare”, cioè l’insieme di aspetti infrastrutturali, riordino della governance e delle modalità di espletamento dei controlli in ambito portuale e retroportuale. Il ruolo del Sistema Mare è quello di un potenziale strumento sia per il recupero di un’efficienza logistica a supporto delle Imprese, sia per la ripresa economica del Paese, in particolare per il Mezzogiorno.
Nel documento si evidenzia inoltre il ruolo ampio e intersettoriale di questo tipo di politiche, con focus sulla politica euro-mediterranea, sul turismo e sulla sostenibilità ambientale dei trasporti. In sintesi, il PSNPL chiarisce gli obiettivi e le azioni necessarie per poter valorizzare dal punto di vista economico, sociale e ambientale le potenzialità offerte dalla crescita del trasporto marittimo internazionale, in particolare dei traffici containerizzati, Ro/Ro del segmento crocieristico, in un contesto in cui nell’ultimo decennio sono emersi chiaramente i punti critici.
Queste debolezze hanno consentito a sistemi portuali concorrenti di avvantaggiarsi (portualità del Nord Europa e altri terminal di transhipment del Mediterraneo) e portato all’errata valutazione di alcune scelte infrastrutturali generando overcapacity in diversi settori (rinfuse solide) e un alto livello di congestione in alcun contesti geografici (La Spezia, ad esempio).
In realtà, le discussioni politiche più accese non sono state sulle milioni di tonnellate di merci recuperabili da altri contesti e sulle rilevanti ricadute economiche derivanti dall’attivazioni di sistemi logistici più moderni (valutabili in miliardi di Euro per anno), ma sul numero di Autorità Portuali che dovrebbero passare da 24 a 12, con il rischio che su questo aspetto, a mio parere per molti versi secondario rispetto alle azioni in grado di incidere in modo significativo sui valori economici del Sistema Mare, si rallenti molto l’iter approvativo del PSNPL.
L’esperienza e l’urgenza delle questioni dovrebbero spingere a concentrare l’attenzione sui grandi numeri, tralasciando i piccoli a fasi successive.