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Il mondo industriale del tunnelling italiano: un futuro di successo che si fonda su un solido passato

Andrea Pigorini

Per la sua morfologia, l’Italia ha rappresentato sin dall’inizio dell’industria italiana del tunnelling – che possiamo datare al 1860 con la costruzione del tunnel ferroviario del Frejus (1871) – una sorta di “palestra” per tutte le componenti professionali ed industriali che collaborano nella realizzazione delle opere in sotterraneo: Committenti, Società di ingegneria, Imprese di costruzioni, mondo industriale. Questo, unito all’urbanizzazione del nostro territorio, ha fatto sì che spesso le soluzioni per i grandi collegamenti infrastrutturali privilegiassero l’uso di soluzioni in sotterraneo ed è per questo che l’Italia è una delle nazioni al mondo con più gallerie (oltre 2.000 km), con le ferrovie che hanno svolto un importante ruolo di traino e sviluppo.

Le complessità geologiche, idrogeologiche e geotecniche del nostro territorio inoltre, hanno costretto l’industria italiana del tunnelling a cimentarsi spesso con le grandi difficoltà che madre natura poneva di fronte e questo ha fatto sì che crescessero parallelamente la conoscenza, la competenza, l’esperienza, le tecnologie per affrontare con successo i nostri “terreni complessi” (i flysch appenninci per esempio). Le nostre imprese sono “maestre” nelle tecniche di consolidamento dei terreni abbinate allo scavo convenzionale e nello scavo con TBM (vedi per esempio i recenti successi delle gallerie di Sparvo e di Caltanissetta, entrambe realizzate in terreni complessi sotto coperture di rilievo con TBM-EPB di grande diametro), mentre i nostri Progettisti sono riusciti a portare avanti con successo nel mondo, l’approccio progettuale dello scavo “a piena sezione” anche nei contesti geotecnici più complessi.

Ne consegue che il know-how italiano maturato nell’ambito delle opere in sotterraneo (e più in generale nella realizzazione di infrastrutture) è apprezzato e noto in tutto il mondo e questo patrimonio di conoscenze è stato in particolare negli ultimi anni portato all’estero, dove l’imprenditoria italiana si confronta con successo con grandi opere, grandi committenze e cifre vertiginose. Basti pensare all’appalto da 28 milioni di Euro ottenuto da Italferr per la progettazione della linea ferroviaria Riyadh-Jeddah oppure, sempre per restare in Arabia Saudita, a quello da 6 miliardi di Dollari aggiudicato a Salini-Impregilo per la Linea 3 (40,7 km) della metro di Riyadh o al terzo ponte sul Bosforo con le gallerie associate (con una campata centrale sospesa da oltre 1,4 km è il ponte più largo al mondo e – anche se non è una galleria – è giusto citarlo), recentemente inaugurato da Astaldi in Turchia.

In questo contesto la Società Italiana Gallerie – in cui il neo eletto Consiglio Direttivo ha voluto recentemente rinnovarmi il mandato di Presidente – si pone come l’Associazione di tutto il mondo industriale del tunnelling (italiano), per portare avanti all’estero e nei consessi scientifici internazionali “The Italian Art of Tunnelling”, unitamente ad essere “casa comune” di tutte le realtà che ne fanno parte, per favorire il confronto, lo scambio di esperienze, l’aggiornamento professionale nel campo delle opere in sotterraneo, di Committenti, General Contractor, Imprese di costruzioni, Progettisti, Società di consulenza, mondo industriale.

Recentemente la SIG ha avuto una riprova di quanto il nostro paese sia visto in campo internazionale come un bel paese, scientificamente e organizzativamente all’avanguardia, in grado di offrire meravigliose città d’arte e spazi sotterranei unici al mondo, miscelando con sapienza storia e innovazione: mi riferisco all’aggiudicazione del Congresso mondiale delle gallerie (WTC), recentemente attribuita dall’International Tunnelling Association (ITA) alla SIG ed a Napoli per il 2019. L’aggiudicazione è stata di grande prestigio avendo superato la concorrenza delle città di Londra, Istanbul e Salisburgo proposte dalle rispettive associazioni nazionali gallerie.

Tunnels and Underground cities: Engineering and Innovation meet Archaeology, Architecture and Art”: questo il titolo del Congresso che in poche parole rappresenta perfettamente l’Italia, Napoli e le sue opere sotterranee: gallerie, città sotterranee, ingegneria, innovazione e italianità – archeologia, architettura e arte – che nelle stazioni della metropolitana di Napoli (la così detta metropolitana delle tre A), trovano una sintesi meravigliosa. Il Congresso vedrà la partecipazione di tutta la comunità scientifica internazionale (sono attese oltre 1.200 persone) e aver riportato il WTC in Italia per la terza volta è un fatto unico a livello mondiale, segno che il mondo delle gallerie italiano e più in generale il nostro Paese sono sempre visti con rispetto e simpatia da tutto il mondo!

Siamo già al lavoro per organizzare il più bel WTC che si ricordi!