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Terre e rocce da scavo, riutilizzo più semplice nei micro-cantieri

Per semplificare il riutilizzo dei materiali di risulta da scavo è possibile consultare il decreto sul sito del Ministero dell’Ambiente.

Un riuso Riutilizzo più facile di materiali da risulta nei piccoli cantieri. Una delle novità presente nel testo del decreto appena messo in consultazione dal ministero dell’Ambiente per aggiornare le regole sul riuso delle terre e rocce da scavo contenute nell’attuale Dpr n.120/2017 con un surplus di adempimenti burocratici che il governo è intenzionato a semplificare, anche in tema Pnrr.

Oltre alle novità per i micro-cantieri in scavi che producono terre e rocce in quantità non superiori a 600 metri cubi, il nuovo testo (composto di 31 articoli e 12 allegati) propone una disciplina più snella del deposito intermedio delle terre e rocce da scavo qualificate sottoprodotti, la semplificazione dei moduli per il trasporto ripetuto lungo lo stesso tragitto con lo stesso mezzo, l’estensione della durata della proroga dei tempi di utilizzo delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti generate dai cantieri non sottoposti a Via e Aia; procedure semplificate per l’utilizzo in sito delle terre e rocce escluse dal campo di applicazione dei rifiuti fino a 20 metri cubi  e la possibilità di presentare alle autorità la documentazione anche in formato digitale.

Le novità, «sono indirizzate a consentire il più ampio utilizzo delle terre e rocce come sottoprodotti ed il riutilizzo delle terre e rocce escluse dalla disciplina dei rifiuti». Quella di maggiore visibilità è l’introduzione della categoria dei micro-cantieri. Rientrano i lavori in cui sono prodotte terre e rocce da scavo in quantità non superiori a 600 metri cubi, «calcolati dalle sezioni di progetto, nel corso di attività e interventi autorizzati in base alle norme vigenti, comprese quelle prodotte nel corso di attività o opere soggette a valutazione d’impatto ambientale o ad autorizzazione integrata ambientale».

Più tempo per i cantieri non sottoposti a Via, è una altra novità che riguarda il raddoppio dei tempi per il riutilizzo delle terre e rocce da scavo nei cantieri non sottoposti a valutazione di impatto ambientale. la bozza di decreto stabilisce infatti che il riuso dei materiali di risulta come sottoprodotti può essere prorogato (una sola volta) «per la durata massima di dodici mesi» invece degli attuali sei, «in presenza di circostanze sopravvenute, impreviste o imprevedibili».

Le terre e rocce da scavo prodotte in quantità non superiore a 20 metri cubi, potranno essere direttamente riutilizzate nel sito di produzione senza preventiva caratterizzazione. Il decreto specifica però che da questa semplificazione «sono esclusi i siti oggetto di procedimenti di bonifica» ai sensi del codice dell’Ambiente (Dlgs 152/2006).