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Pnrr, infrastrutture a rischio per assenza di personale e caro-materiali

Le gare delle grandi opere strategiche del Pnrr potrebbero rallentare sul muro del mercato o sulla capacità delle imprese di assorbire la grande quantità di denaro pubblico che arriverà sul settore e tradurla in cantieri. È l’allarme contenuto nel dossier elaborato da Intesa Sanpaolo sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con un focus sulle infrastrutture che avranno a disposizione 110 miliardi, oltre la metà dell’intero Piano.

«Il valore aggiunto nelle costruzioni è aumentato del 27% da fine 2019 a fine 2022, e l’obiettivo (incluso nel Pnrr) di un aumento del valore aggiunto cumulato del 58,5% nel 2021-26 appare sfidante, in quanto è dubbio che la filiera delle costruzioni possa presentare livelli elevati di capacità produttiva in eccesso, e sia in grado di aumentare ulteriormente la produzione in tempi rapidi», spiega Paolo Mameli, responsabile della Ricerca macroeconomica di Intesa Sanpaolo.

Il caro-materiali «un vero e proprio shock che può determinare forti ritardi nei lavori e in altri casi una vera e propria difficoltà nel loro reperimento», prosegue Mameli. Il picco è stato registrato dal dossier della Camera dei deputati ed elaborato dal Cresme e pari a 26,1% registrato per le opere strategiche del Pnrr al 31 dicembre 2022. In soldoni questo picco ha comportato un aumento dei costi quantificato in oltre 20 miliardi di euro. L’incremento – secondo quell’analisi – è stimato sulla base dei contributi concessi alle infrastrutture prioritarie Pnrr-Pnc a valere sul Fondo per l’avvio delle opere indifferibili (istituito dal Dl 50/2022) a seguito dell’aggiornamento dei prezzi alle tariffe 2022.

Anche il reperimento del personale del comparto che in questi ultimi anni sta raggiungendo i suoi massimi storici creerà seri problemi. «Il tasso di posti vacanti e cioé la quota di posti di lavoro dipendente per i quali è in corso una ricerca di personale nelle costruzioni – prosegue Mameli – ha raggiunto un massimo storico nel secondo semestre 2022, al 3,5% ed è secondo solo ai servizi di alloggio e ristorazione, i settori cioé che presentano maggiori problemi di reperimento di manodopera».

Ricorre anche nel dossier di Intesa Sanpaolo la parola “polverizzazione”. «L’Italia ha 178mila progetti da portare a buon fine – spiega ancora Mameli -. Ricordiamoci che in altri Paesi i Piani sono focalizzati in un minor numero di progetti a favore di una più forte concentrazione dello sforzo produttivo – spiega Mameli -. Da noi l’esempio virtuoso sono le ferrovie, che infatti viaggiano spedite sui binari Pnrr grazie alla gestione in capo a un’unica grande stazione appaltante».

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