Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Rincari di materie prime e energia: possibilità di sospendere gli appalti sino a fine anno

In previsione di aumento dei prezzi, è possibile sospendere o prorogare la prestazione. Soluzione prevista dal governo per sostenere gli appaltatori a causa dei rincari di materie prime e energia che hanno messo in crisi i cantieri italiani proprio all’avvio delle opere del Pnrr. In campo anche la possibilità che il Ministero delle Infrastrutture anticipi il 50% del fondo per l’adeguamento prezzi istituito l’anno scorso al fine di compensare gli extra-costi subiti dalle imprese. Le due novità sono contenute nel decreto contro il caro energia approvato nell’ultimo Consiglio dei ministri.

Molto importante la norma che dà la possibilità, per tutti i tipi di appalto, di prorogare le scadenze, anche i servizi e le forniture, in caso di aumenti dei prezzi delle materie prime. La misura inserita nel decreto, prevede che fino al 31 dicembre 2022, le variazioni in aumento eccezionali dei prezzi di alcuni materiali da costruzione, rilevate dal Mims, dei carburanti e dei prodotti energetici, accertati dal responsabile unico del procedimento nell’appalto in contraddittorio con l’appaltatore, possono essere valutati come causa di forza maggiore e portare alla sospensione della prestazione qualora impediscano, anche solo parzialmente, il regolare svolgimento dei lavori quindi la regolare esecuzione dei servizi o delle forniture.

Per il fondo per le compensazioni alle imprese il decreto prevede la possibilità per il ministro delle Infrastrutture di anticipare, per interventi urgenti, fino al 50% del fondo per l’adeguamento dei prezzi istituito con il decreto Sostegni-bis (Dl73/2021) e rifinanziato con l’ultima legge di bilancio. Tutto ciò per accelerare gli aiuti già previsti alle imprese, con l’obiettivo di «mitigare gli effetti economici derivanti dagli aumenti eccezionali dei prezzi di alcuni materiali da costruzione, nonché dei carburanti e dei prodotti energetici».

Ora bisognerà capire come funzioneranno in concreto queste due soluzioni e soprattutto quale sarà l’accoglienza da parte delle imprese che finora hanno bocciato, giudicandole come largamente insufficienti, le strategie del governo per fronteggiare il caro-materiali in atto da mesi, ora aggravato dalla crisi energetica scoppiata con la guerra in Ucraina.

Condividi, , Google Plus, LinkedIn,