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Il nuovo ponte sul Po tra Casalmaggiore e Colorno, tre campate più una pista ciclabile

Il ponte sarà posto in fianco all’attuale, chiuso dal settembre 2017 al giugno 2019 per problemi alle travi e riparato ma che dovrà essere demolito  

Lo studio di fattibilità, con il rendering, del ponte che scavalcherà il fiume Po e collegherà la sponda lombarda a quella emiliana tra Casalmaggiore e Colorno, è stato presentato. Il nuovo ponte sarà ad arco, con tre campate di cui due in alveo da 135 metri, completato poi da 800 metri in zona golenale. Dotato di una pista ciclabile grazie all’ampliamento della carreggiata stradale di 5 metri più larga rispetto all’attuale. Sarà, inoltre, più alto di un metro e mezzo, per facilitare le manovre in caso di piena del fiume.

Il ponte sorgerà di fianco all’infrastruttura attualmente in esercizio, rimasta chiusa dal 7 settembre 2017 al 5 giugno 2019 per problemi alle strutture , nel frattempo riparata e riaperta: «Il viadotto durerà al massimo ancora dieci anni», era stato garantito alla sua riapertura, e quasi tre anni sono ormai trascorsi da allora. «La soluzione è la più idonea e la meno costosa – ha spiegato Gianpaolo Monteverdi, ingegnere al servizio del settore Viabilità della Provincia di Parma – sia per quanto concerne la realizzazione, sia per quel che riguarda la futura manutenzione».

Il nuovo ponte sorgerà di fianco all’attuale. «Questa scelta ha due vantaggi – spiega il presidente della Provincia di Parma Andrea Massari –. Consentirà di non modificare la viabilità in ingresso e in uscita. Soprattutto permetterà di non bloccare mai il traffico tra le due sponde, dato che il ponte attuale resterà sempre aperto durante i lavori di costruzione del nuovo ponte. Una volta che quest’ultimo sarà terminato, collaudato e inaugurato, si procederà alla demolizione del vecchio ponte».

Il peso, anche economico, di una infrastruttura del genere è dettato dal passaggio di quasi 20.000 mezzi al giorno: molti di questi sono autotreni per il trasporto merci tra Lombardia ed Emilia Romagna, due delle regioni più attive d’Italia. Adesso, dopo la presentazione dello studio di fattibilità, si arriverà al bando per l’assegnazione del progetto.