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Giovannini “L’inflazione negli appalti non sarà a carico delle imprese”

(come riportato dal MIMS)

Intervista del Ministro Giovannini a “La Repubblica”

Si riporta il testo dell’intervista che il ministro Enrico Giovannini ha rilasciato a Rosaria Amato de “La Repubblica”.

«Per il Mezzogiorno noi ci siamo posti l’obiettivo del 56% delle risorse, non del 40%. Tale percentuale è stata una scelta politica, non il frutto di un algoritmo». Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, non vuole neanche sentire parlare di ipotesi di mancata copertura della quota riservata al Mezzogiorno dei fondi e dei progetti del Pnrr.

Però non si possono negare le difficoltà denunciate in questi giorni dagli enti locali.

«Non si può continuare solo a dire che ci sono problemi. Per le infrastrutture e la mobilità è cambiato il modo di assegnare i fondi, e non solo per il Pnrr, perché ora vengono assegnati solo su progetti ben definiti. È evidente che l’investimento in capitale umano nei Comuni è fondamentale, anche per il futuro perché nel corso degli anni sono stati depauperati di professionalità, però dare l’idea di essere sempre in emergenza è forse eccessivo».

Gli enti locali si lamentano anche delle procedure. Chiedono un “allineamento” al Pnrr delle semplificazioni e delle scadenze.

«Le tipologie di investimenti previste nel Pnrr sono molto variegate: ci sono opere come la Salerno-Reggio Calabria di alta velocità e investimenti sulle nuove scuole. Pensare di avere lo stesso approccio per tutti i progetti sarebbe sbagliato. Per questo abbiamo fatto, in primo luogo, una scelta di semplificazione delle procedure rispetto al Codice degli appalti per tutte le opere, anche quelle relativamente piccole, mentre per le opere di maggiore peso del Pnnr ci sono procedure speciali. Inoltre, è stata creata la Commissione Via dedicata al Pnrr, partita da qualche settimana, che può contare su decine di persone che lavorano a tempo pieno. Infine, le stazioni appaltanti sul territorio sono concentrate sulle città metropolitane e sulle province, i piccolissimi Comuni non sono direttamente coinvolti».

Quindi non sono in previsione nuove semplificazioni?

«Stiamo valutando con la Presidenza del Consiglio la possibilità di ulteriori semplificazioni rispetto a quelle del dl.77».

Soprattutto nel Mezzogiorno sono state sollevate preoccupazioni sui tempi.

«La selezione dei progetti Pnrr è stata fatta sulla base della possibilità di concluderli entro il 2026. Ovviamente, per un’opera complessa come la Salerno-Reggio Calabria siamo partiti immediatamente, mentre per interventi più semplici c’è più tempo per la progettazione e la realizzazione, fermi restando gli obblighi di chiudere gli appalti entro il 2023 e realizzare l’intervento entro dicembre 2026. Per gli enti locali sono state previste assunzioni, in fase di completamento, e meccanismi di assistenza tecnica per preparare bandi e progetti. Teniamo poi presente che il Pnrr non è costituito solo da opere: si pensi all’acquisto di autobus e treni regionali, che avviene usando bandi standard analoghi a quelli degli anni precedenti».

L’altra obiezione degli enti locali è che molti progetti risultano calati dall’alto, e che non c’è dialogo neanche sulla realizzazione, tanto che la cabina di Regia si è riunita una sola volta.

«Vorrei ricordare i tempi strettissimi con cui l’anno scorso questo governo, nato a metà febbraio 2021, è stato obbligato a definire i progetti entro il 30 aprile. Detto questo, in pochi mesi abbiamo distribuito con Regioni, Comuni e Province oltre 25 miliardi per progetti Pnrr e fondo complementare nel settore dei trasporti e delle infrastrutture. E stiamo coinvolgendo anche i cittadini, attraverso il dibattito pubblico che ho voluto rendere centrale: ne abbiamo avviati già nove, con la partecipazione di migliaia di persone».

A preoccupare le imprese sui progetti del Pnrr e sugli appalti c’è invece l’allarme inflazione.

«Rfi e Anas hanno rivisto i prezzari, con aumenti del 20% per le gare 2022, che quindi partiranno con prezzi ragionevoli. Poi si valuteranno i prezzi di aggiudicazione. Per le gare del 2022 e 2023 abbiamo anche cambiato radicalmente i meccanismi di adeguamento ai costi dopo l’assegnazione dell’appalto, rendendoli molto più bilanciati e favorevoli alle imprese. L’Istat calcolerà nuovi indici semestrali per i costi dei materiali e ci siamo allineati alle pratiche di molti Paesi europei, restringendo dal 10% al 5% la franchigia a carico delle imprese, mentre per aumenti superiori a tale soglia la stazione appaltante assorbirà l’80% dall’aumento, non più il 50%».

E come verranno coperti questi meccanismi di tutela delle imprese?

«Il Tesoro ha fatto sapere che man mano che le gare verranno aggiudicate, se ci saranno scostamenti, si stabilirà come coprirli».

Quindi lei non rileva particolari criticità sui tempi e sulle procedure?

«Come ho detto, siamo stati molto attenti a inserire solo progetti realizzabili entro il 2026. E comunque il Pnrr di nostra competenza non è una lista di opere, ma è basato su una visione innovativa del sistema di mobilità e delle infrastrutture, anche grazie all’uso delle linee guida del G20 per le infrastrutture sostenibili. Le nuove opere nasceranno in modo più ecocompatibile e saranno in grado di far fronte ai rischi del cambiamento climatico. E tutti questi cambiamenti entro tempi rigorosamente stretti. E i dati ci dicono che possiamo farcela: le aggiudicazioni di appalti pubblici nel 2021 sono le più alte degli ultimi 20 anni (41 miliardi) e pari al doppio di quelle del 2020».

La moltiplicazione dei fondi e dei progetti incide anche sul rischio criminalità. «Anche rispetto a questo sono state adottate misure in modo da ridurre al minimo i rischi. C’è stata recentemente un’operazione su appalti Rfi che ha portato a un numero rilevante di arresti. Dunque, il fenomeno va fronteggiato con grande attenzione, ma questo non deve impedirci di procedere. Se ogni volta che qualcuno segnala un problema si lancia un allarme generalizzato è difficile che il Paese capisca che il Pnrr è una grande possibilità di cambiamento».