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Cassa Depositi e Prestiti, i piani di Dario Scannapieco: da Autostrade a Open Fiber

Il governo Draghi ha affidato al cinquantatreenne economista Dario Scannapieco, ben conosciuto dal premier fin da quando nel 1997 era direttore generale del Tesoro e veniva nominato nel «consiglio degli esperti» per le privatizzazioni.

La Cassa depositi e prestiti ha in dotazione 275 miliardi di risparmio postale, nel 2020 ha mobilitato risorse per circa 39 miliardi per imprese, infrastrutture, PA e cooperazione Internazionale e ha prodotto utili per 2,5 miliardi. Ora è destinata a diventare ancora più centrale con la partenza del Piano di ripresa e resilienza e i 221 miliardi che possono essere messi in campo.

Dario Scannapieco prende il posto dell’amministratore uscente Fabrizio Palermo. Draghi ha voluto al vertice del colosso di via Goito un uomo di cui si fida e che conosce a fondo da decenni, che ritorna nella Pubblica amministrazione, nella quale ha lavorato sotto sei ministri del Tesoro dal 1997 al 2007, gli ultimi cinque dei quali come direttore generale per finanza e privatizzazioni.

Nelle intenzioni del governo sarà (anche) da Cdp che passerà l’implementazione del Pnrr, di cui Palazzo Chigi ha la regia.

L’esperienza vincente di Scannapieco del modello Bei, con un’analisi puntuale dei progetti non soltanto dal punto di vista finanziario ma anche tecnico-sociale: che impatti avrà una strada sulla popolazione che dovrà usarla, se ridurrà il traffico e così via.

L’approccio e la velocità di esecuzione consolidati in Bei torneranno utili a Scannapieco per portare avanti il Pnrr, per avere cambiamenti importanti nel tessuto socio-economico, come nella mobilità sostenibile o nella digitalizzazione.

L’assemblea di Atlantia di lunedì prossimo dovrà valutare l’offerta da 9,1 miliardi del consorzio guidato da Cassa con i fondi Blackstone e Macquarie per Autostrade per l’Italia. Se verrà accettata, una volta definiti i contratti e il passaggio di Aspi, la Cdp avrà in mano una parte maggioritaria della rete autostradale per rilanciarla.

Altro grande dossier è la fibra ottica: entro un paio di settimane è attesa la formalizzazione dell’acquisto del 10% di Open Fiber messo in vendita dall’Enel. La Cdp passerà al 60% per accelerare la cablatura ad alta velocità, anche se i piani per la rete unica non sono più così certi.