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Infrastrutture: ogni miliardo speso genera 10mila addetti

Photo credit: Le Strade dell’Informazione

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

La società di consulenza PricewaterhouseCoopers quantifica l’impatto del comparto sui livelli occupazionali

Il comparto delle infrastrutture, grazie a un importante effetto moltiplicatore su indotto generato e livello occupazione attivato, rappresenta indubbiamente uno dei settori cruciali su cui investire per la ripartenza economica. Ne è convinta la società di consulenza PricewaterhouseCoopers secondo cui ogni miliardo speso in infrastrutture genera 10mila addetti.

Proprio gli investimenti infrastrutturali vedono il nostro Paese in 24esima posizione tra quelli europei che investono in infrastrutture. Dunque a fronte di oltre 30mila opere infrastrutturali con oltre 40 anni di vita PwC suggerisce di lanciare un vero e proprio Rinascimento Italiano, che richiede un programma di investimento per i prossimi 5 anni, pari a 2 volte quello che l’Italia ha realizzato nell’ultimo decennio.

Per procedere serve una rapida individuazione ed attuazione delle riforme necessarie per veicolare le risorse finanziarie su investimenti infrastrutturali allineati agli obiettivi di ‘policy’ nazionali ed europei. Tra questi la modernizzazione del Paese, la transizione ecologica, l’inclusione, la resilienza e la sostenibilità.

Secondo PwC i progetti debbono essere sostenibili lungo l’intero ciclo di vita, in linea con i 17 obiettivi globali dello sviluppo sostenibile dell’Onu. Un’occasione, secondo Pwc, per sbloccare il potenziale di digitalizzazione e nuove tecnologie per aumentare sicurezza e recuperare produttività. 

Per Guido Sirolli, Partner PwC Italia Engineering and Construction Country Leader, “l’insieme integrato di interventi di sviluppo infrastrutturale deve essere posto a sistema, per cogliere e valorizzare sinergie e complementarietà e per ottenere un effetto moltiplicativo delle risorse, soprattutto finanziarie.

Sfruttare a pieno il potenziale della rivoluzione digitale rappresenta inoltre il principale ambito sul quale investire per tutti gli attori del comparto, per essere in grado di cogliere le opportunità connesse allo sviluppo del piano di investimenti infrastrutturali per il rilancio del Paese e affrontare le complesse sfide economico e sociali ad esso connesse.

L’oggettiva difficoltà a livello globale di contenere il fenomeno pandemico che in queste ore, anche in Italia, ha mostrato un’accelerazione preoccupante, ci costringerà a rivedere i piani di sviluppo per il 2021 per cercare di contenere questa grave crisi sanitaria, sociale e purtroppo anche economica.

Dovremmo quindi coniugare l’impatto di un nuovo rallentamento delle attività economiche per il distanziamento sociale con l’esigenza comunque di realizzare un imponente piano di investimento infrastrutturale che attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate e un nuovo approccio alla gestione dei cantieri ne consentano l’immediata attivazione nel rispetto dei mutati standard di sicurezza, per trainare la ripresa del Sistema Paese e del suo PIL”.