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Atlantia, pausa in Borsa nel giorno del cd. I nodi da sciogliere: valore di Autostrade e manleva per Cdp

(come riportato su La Repubblica)

La holding dei Benetton è reduce da un rally del 16%, oggi scatta qualche presa di profitto. Prevista anche l’audizione di Gualtieri sul tema

Atlantia scivola in Borsa dopo il rally del 16% della vigilia. Oggi si tiene il Cda che avrà sul tavolo il dossier Autostrade per l’Italia.

Negli ultimi giorni si sono diffuse le notizie di un accordo a portata di mano con Cassa depositi e prestiti – quindi il governo – per chiudere la questione della concessione autostradale: la holding che fa capo alla Edizione della famiglia Benetton dovrebbe cedere in due mosse la sua quota dell’88% di Aspi per far spazio in aumento di capitale alla Cdp e ad altri investitori. Nel processo sarebbe dunque contemplata la quotazione di Aspi.

Ieri sono andati avanti i confronti a livello tecnico tra le parti, oggi il board di Atlantia farà il punto sulla situazione. Quasi in contemporanea, nel primo pomeriggio, il ministro Gualtieri riferirà in Parlamento proprio su Cdp e sul dossier infrastrutturale.

A inizio agosto, il Cda aveva aperto un doppio percorso di liquidazione della partecipazione in Aspi che prevedeva anche la vendita sul mercato fino all’88% della quota in Aspi, attraverso un’asta competitiva, che non era stato messo sul tavolo negli accordi col governo del 14 luglio che avevano scongiurato la revoca in toto della concessione.

Il punto di mediazione tra le parti sarebbe lo scorporo di Aspi da Atlantia per una quota del 70% che confluirebbe in una nuova società quotata, che a sua volta effettuerebbe un aumento di capitale di 6 miliardi di euro con Cdp e altri investitori. Parte di questa somma, 4 miliardi, verrebbe utilizzata per ridurre il debito di Aspi mentre gli altri 2 miliardi servirebbero per rilevare la rimanente quota del 18% di Atlantia nella società.

L’operazione darebbe ad Aspi una valutazione iniziale di 11 miliardi di euro e dovrebbe essere completata entro la prima metà dell’anno prossimo. Questa soluzione non danneggerebbe gli azionisti di minoranza come Allianz, Edf e Silk road, che insieme controllano il 12% di Aspi, spiegano gli analisti.

Sono però molti i punti ancora da risolvere. In primo luogo, la valutazione stessa di Aspi: come ricostruisce Repubblica, non è dato di sapere al momento se quegli 11 miliardi che farebbero da base all’accordo sono da intendersi pre o post aumento di capitale da parte di Cdp e altri investori.

In secondo luogo è assai dibattuto il tema delle manleve: la Cassa vorrebbe un sgravio di responsabilità ad ampio raggio rispetto ad eventuali problematiche infrastrutturali che dovessero emergere una volta entrata in cabina di regia, la società vorrebbe limitare questo aspetto. Il mercato ha scommesso ieri di esser vicini alla meta, oggi si prende una pausa (segui Atlantia): gli ultimi metri saranno comunque densi di insidie.