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Traffico aereo: la media dei ritardi negli aeroporti europei

(come riportato da Agi)

Per moltissimi le vacanze estive sono iniziate o inizieranno osservando i litorali dall’oblò. Complici le compagnie low cost che offrono biglietti a prezzi convenienti e alla moltiplicazione degli scali, volare è diventata una scelta sempre più comune. Ma la crescita del numero dei viaggiatori ha portato con sé anche l’aumento dei disagi e dei ritardi e hanno ormai diverse chance di rovinare sul nascere o alla sua conclusione il periodo di svago più agognato dell’anno.

Secondo Eurocontrol, l’organizzazione internazionale che si occupa di gestire e monitorare il traffico aereo di 41 stati europei e di paesi vicini, un volo su tre a giugno ha subito ritardo e il tempo trascorso sull’aereo e in aeroporto in media è risultato di 15,8 minuti più lungo di quello previsto. Non si discosta molto il dato su base annuale pari a 14,7 minuti.

Un’attesa di un quarto d’ora è tutto sommato accettabile, specialmente in vacanza, ma in alcuni aeroporti i passeggeri hanno aspettato diversi minuti in più e, quindi, se avete avete in programma di decollare o atterrare in questi scali particolarmente “ritardatari”, armatevi di una buona dose di pazienza. Non è comunque scontato che si ripetano quest’anno le stesse performance del 2018.

I primi venti aeroporti soggetti a ritardi

Eurocontrol divide gli aeroporti per i ritardi alla partenza e all’arrivo. Sul primo versante ad aprire la classifica del 2018 è Londra Stansted, seguita da Colonia e Lisbona. Una persona con un aereo in partenza da questi scali ha aspettato rispettivamente 24, 23 e 22 minuti in media prima del decollo. Il calcolo è stato effettuato sulla base di tutti i voli, anche quelli puntuali. Altrimenti, considerando soltanto i voli in ritardo la media risulterebbe di 36 minuti per Londra, 39 per Colonia e 33 per Lisbona.

Il Regno Unito domina la classifica a causa di condizioni meteo sfavorevoli con sei aeroporti su venti. È in ritardo più di un aereo su due a:

Londra Stansted (67,7%),

Luton (62,1%),

Gatwick (52,8%),

Birmingham (51,2%),

Manchester (54,6%),

Bristol (54,3%).

All’ultimo posto fa la sua comparsa Milano Malpensa, dove non parte in orario il 50,3% dei voli. Si conta un’attesa di 30,7 minuti in media sulla base solo dei voli in ritardo e 17 minuti prendendoli in considerazione tutti.

Gli aeroporti che si sono distinti per problemi all’arrivo sono per la maggior parte gli stessi già citati. Stansted resta indiscusso al primo posto e Colonia passa dal secondo al terzo. La coincidenza tra le classifiche produce tra la partenza e l’arrivo dei ritardi cumulati che sfiorano l’ora in caso di media generale e la superano abbondantemente per quella elaborata solo sugli aerei in ritardo.

Tra gli scali assenti nella prima lista che invece compaiono in questa seconda troviamo Bucarest Otopeni International, Dublino, Edimburgo e anche Orio Al Serio. A Bergamo si atterra con un ritardo medio di 15,2 minuti, 36 se la media la andiamo a calcolare solamente sui voli che arrivano in ritardo e che rappresentano il 42,3% del totale. Malpensa sale alla quattordicesima posizione, con 15,9 minuti di media generica e 35,5 sui voli in ritardo, anche se al pari degli altri scali presenta dei valori inferiori rispetto alle partenze.

Quasi la metà dei voli è (sempre più) in ritardo

Le percentuali dei ritardi al decollo sono più elevate di quelle all’atterraggio. Questa differenza sembra cristallizzarsi nel tempo con la forbice tra le due tipologie passata dal 3,1% del 2014 al 5,6%del 2018. Entrambe le forme hanno registrato comunque in questo stesso periodo una crescita costante ed è proprio l’aumento dei ritardi in generale a essere il dato più evidente. I voli in ritardo all’arrivo sono diventati nel 2018 il 42,8%, quelli alla partenza il 48,4%, praticamente la metà del totale.

Perché gli aerei non riescono a essere puntuali

All’apparenza i motivi che rallentano il traffico aereo potrebbero sembrare banali. Nella realtà, Eurocontrol prende nota di ogni secondo perso dagli aeroplani catalogandolo secondo un codice specifico. Di solito la causa principale del tilt è l’effetto a catena che si verifica nella più classica delle situazioni quando mezzi e personale in arrivo da una destinazione dovrebbero essere già partiti per un’altra.

Seguono tutti i problemi interni alle compagnie aeree, tra cui carico e spedizione dei bagagli, i problemi tecnici al veicolo, al servizio di handling, i problemi causati dai passeggeri e anche dall’equipaggio come nel caso di un uomo imbarcato a Venezia circa un mese fa su un aereo sbagliato. I ritardi Atfm (Air Traffic Flight Management) derivano dal controllo del traffico e includono quelli “aeroportuali” per restrizioni all’aeroporto di destinazione, “in rotta” quando si decidono per evitare l’affollamento in un determinato settore aereo e “per maltempo” in base al meteo della località di atterraggio.

Le condizioni meteorologiche rappresentano una causa a sé stante quando sono motivo di impedimento alla partenza. Ci sono poi i fattori politici come le decisioni dei governi per ragioni di sicurezza e immigrazione oppure gli scioperi che rientrano nei “motivi vari”.

I ritardi negli aeroporti italiani

Lo scorso anno la tratta Roma Fiumicino – Barcellona è stata la quinta in totale su quelle monitorate per ritardo medio alla partenza con circa 28 minuti. Nonostante il disagio riguardasse il 69% dei collegamenti sulla linea, nel primo trimestre la tratta non ha confermato lo stesso trend negativo. In compenso ha preso il suo posto la tratta Roma Fiumicino-Catania sia all’andata che al ritorno, rispettivamente terza e tredicesima almeno fino a marzo 2019. Se vi capita di essere su un volo in ritardo in partenza da Roma aspetterete in media 29 minuti; in partenza da Catania, invece, 31.

In attesa di vedere se alcuni aeroporti italiani saranno nella top 20 dei peggiori per il 2019, è possibile già verificare la loro percentuale di Atfm slot adherence, ossia la quota dei decolli effettuati entro la finestra temporale indicata dall’Atfm. Tra gli scali che hanno rispettato meno le indicazioni di controllo in questi ultimi sei mesi ci sono Pisa San Giusto (16,7%), Venezia (14%) e Catania (9,2%). Malpensa che era l’unico aeroporto italiano a risultare nei top 20 ritardatari nel 2018, in questa classifica si inserisce tra i virtuosi. A riprova del fatto che la slot adherence da sola non è rappresentativa e che il calcolo complessivo del ritardo dei voli è un’operazione complessa in cui giocano una moltitudine di fattori. Al momento nelle statistiche del primo semestre 2019 gli scali italiani non figurano tra quelli maggiormente affetti da disagi “aeroportuali” di tipo Atfm e nessuno dei nostri tre settori aerei (Milano, Roma, Brindisi) si contraddistingue per percentuali elevate di ritardo “in rotta”. Sarà in ogni caso il report annuale dell’Eurocontrol a confermare la tendenza dopo aver analizzato e incluso le altre complicazioni di diversa natura.