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Il piano Raggi per i sampietrini: traslocano nelle vie del centro storico

La storia ultra centenaria del sampietrino si potrebbe arricchire di un nuovo capitolo. Usato per la prima volta sotto il pontificato di Papa Sisto V e da allora largamente utilizzato, specie sotto Clemente XII, per lastricare tutte le strade principali di Roma (la sua struttura, meglio degli altri lastricati esistenti, facilitava il passaggio dei carri), questo elemento lapideo di leucitite, a tronco di piramide a base quadrata, tradizionale pavimentazione di Roma è finito sotto la lente dell’amministrazione Raggi.

Il piano dell’amministrazione capitolina
Il programma pluriennale per la manutenzione, la rimozione e il posizionamento ex novo dei tradizionali selci romani, presentato oggi, prevede che i sampietrini vengano tolti da 68 strade a scorrimento veloce e trafficate della capitale, tra cui via Nazionale, viale Aventino e via IV Novembre. Da lì verranno collocati, uno per uno, in 113 vie, per lo più nel centro storico e pedonali come via del Corso e via Condotti. «Un’attività mai fatta prima nella Capitale», ha sottolineato la sindaca.

I tempi
Via IV Novembre, ad esempio diventerà tutta in asfalto e, come spiegato dai tecnici, dovrebbe essere il primo intervento visibile entro il 2019. L’anno prossimo, invece, inizieranno i lavori di rimozione dei sampietrini da via Nazionale e viale Aventino per ricollocarli nella centralissima via del Corso.

Tra i percorsi che si prevedono a sampietrini quello da piazza San Giovanni al Colosseo e un percorso tra le Basiliche sull’Aventino con la riqualificazione in sampietrino di via di Santa Sabina fino a Piazza Cavalieri di Malta. Non sono comprese nel piano, perché necessitano di una più complessa progettazione, le aree di Piazza della Repubblica a Piazzale Ostiense e Piazza di Porta Maggiore.