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Il pedone investito ha ragione? Non sempre

La Cassazione rammenta il rispetto delle comuni regole di diligenza e prudenza

State attenti quando attraversate la strada. Guardate bene dove mettete i piedi, anche se siete sulle strisce pedonali. Anzi, proprio perché sulle “zebre”, date un’occhiata a destra e a sinistra. Maggiore scrupolo bisogna averlo se non ci sono e si decide, comunque, di attraversare le corsie. E’ il buon senso a reclamarlo, oltre al Codice della Strada (art. 190).

A rammentarlo a tutti noi è pure una sentenza della Cassazione, quarta sezione penale: la n. 23251/2019.

Gli “Ermellini” si sono pronunciati sulla vicenda di un automobilista, condannato dalla Corte d’Appello per omicidio colposo avendo travolto, con la sua vettura, un pedone. L’uomo, purtroppo, era successivamente venuto a mancare.

I filmati delle videocamere, presenti in prossimità del luogo dove si era verificato l’evento, hanno evidenziato che aveva attraversato la strada al di fuori delle strisce pedonali senza prestare attenzione al sopraggiungere di eventuali veicoli.

I giudici di merito hanno ribadito che il comportamento dei pedoni è soggetto alle comuni regole di diligenza e prudenza. Non bisogna, insomma, mettere a repentaglio la propria e altrui incolumità. Gli “Ermellini” hanno confermato questa interpretazione. E la vittima è stata ritenuta responsabile del sinistro nella misura di 1/5.

Il pedone investito, in sintesi, non ha sempre e comunque ragione.

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