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Cosa ci sarà nel ‘decretone’ che il governo ha preparato per Genova

Dagli aiuti alle famiglie e alle imprese all’assegnazione dei lavori a Fincantieri. Ma anche la separazione di Anas e Ferrovie e il nodo Tav.

Il ‘decretone’ legge Genova sul ponte Morandi crollato il 14 agosto sarà approvato il 14 settembre in Consiglio dei ministri e ci sarà l’affidamento diretto dei lavori a Fincantieri.

Nel provvedimento saranno inseriti aiuti per il pagamento dei mutui a famiglie e imprese, attraverso le agevolazioni fiscali. Parlando in audizione in commissione Ambiente alla Camera sulle linee programmatiche del suo dicastero, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha illustrato il piano del governo “per far ripartire una delle città più economicamente strategiche del nostro Paese” e garantire la sicurezza delle opere infrastrutturali.

Nella norma, ha tenuto a precisare Toninelli, “c’è anche una parte sul controllo straordinario e ordinario di tutte le nostre infrastrutture: sono i sindaci, l’Anas e i concessionari a doverci dire quali sono le manifatture a rischio. Sono loro i responsabili. Nel decreto è inserita anche una parte sui collaudi, o verifica tecnica come chiedono gli esperti”.

Aiuti a famiglie e imprese 

Il decreto Genova riguarderà un aiuto alle famiglie per i mutui e alle imprese per accesso al credito.

Lavori a Fincantieri

I lavori di ricostruzione del ponte dovranno essere affidati “a un soggetto a prevalente o totale partecipazione pubblica dotato di adeguate capacità tecniche come Fincantieri”, ha spiegato il ministro spianando la strada all’azienda di Stato guidata da Giuseppe Bono. “Vogliamo che Genova torni alla sua quotidianità, ripartendo dalla ricostruzione del ponte, i cui lavori dovranno ultimarsi al più tardi tra un anno. Aggiungo, e il Governo è compatto su questo, che i lavori di ricostruzione del ponte non possono essere affidati e eseguiti da chi giuridicamente aveva la responsabilità di non farlo crollare – ha aggiunto – consentire ad Autostrade per l’Italia di ricostruire il ponte sarebbe una follia e sarebbe irrispettoso nei confronti dei familiari delle vittime del crollo del Morandi”.

L’obiettivo, ha ribadito, è quello “di portare alla decadenza della concessione ad Autostrade per l’Italia”, controllata di Atlantia della famiglia Benetton. Il ministero è anche al lavoro con Bruxelles “per verificare se si possa derogare al Codice degli Appalti perché si possa fare l’assegnazione immediata senza gara a un soggetto pubblico come Fincantieri, attivando attraverso il commissario unico per Genova la ricostruzione senza gare”.

Il destino degli utili

Nei prossimi giorni il ministro convocherà tutti i concessionari delle infrastrutture, chiedendo un programma dettagliato degli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, con specifica quantificazione delle risorse destinate a realizzare un programma di riammodernamento delle infrastrutture. “D’ora in avanti – ha detto Toninelli – tutti i concessionari saranno vincolati a reinvestire buona parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione, dovranno rispettare in modo più stringente gli obblighi di manutenzione a loro carico e, più in generale, dovranno comprendere che l’infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico che il Paese e, quindi, i cittadini sono disposti ad affidare alle loro cure solo a patto che il lucro in concreto ricavato sia ampiamente compensato dalla garanzia assoluta di sicurezza stradale e di tutela delle vite di chi si mette in viaggio, nonché di una gestione globale del servizio resa a condizioni di reale efficienza”.

I risultati della Commissione  

Toninelli ha poi annunciato che la commissione d’inchiesta sul crollo del ponte consegnerà i risultati “tra il 15 e il 18 di settembre”. E ha sottolineato: “Vorrei ricordare che la commissione d’inchiesta che ho nominato è ministeriale. Mi sarebbe piaciuto nominare tutti esterni, il problema è che non potevo e gli ingegneri all’interno del ministero sono pochi. L’ingegner Santoro ha ricevuto un avviso di informazione ma è all’interno della direzione vigilanza dall’aprile 2018 e non ha toccato una pratica relativa alla sicurezza del controllo dei concessionari. Io non devo rispondere alla stampa ma al mio ministero e all’interesse nazionale e lo ringrazio di essersi dimesso”, ha aggiunto riferendosi all’indagine in corso sull’ingegner Bruno Santoro, dirigente del Mit, nominato dal ministro nella commissione ispettiva sulle cause del crollo del ponte Morandi poi dimessosi.

Anas, FS e il nodo Tav

Fs e Anas “non staranno più insieme”, ha assicurato Toninelli. E ha tagliato corto: “Anas ha un obiettivo di impresa non compatibile con quello di FS, le analisi compiute ce lo dimostrano”. Riguardo al progetto dell’alta velocità Torino-Lione, “stiamo procedendo a una attenta e oggettiva ‘analisi costi-benefici’ per valutare effetti sociali, ambientali ed economici e vedere quanto e se i costi superino i benefici. Alla fine di questa valutazione e sulla base di essa faremo la nostra scelta politica”. Sulla tratta Torino-Lione in particolare, ha ribadito l’impegno del governo “a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.

Sul Mose Toninelli ha spiegato che i cantieri “sono praticamente inoperosi dalla fine del 2017 e nei primi tre mesi del corrente anno risultano spesi circa 12 milioni di euro in totale”. Il provveditore interregionale per le opere pubbliche Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ha detto ancora, “ha comunicato che lo stato d’avanzamento dei lavori del Mose ad oggi è pari a circa il 94 per cento, ma ancora mancano alcuni interventi essenziali per il suo funzionamento. Delle quattro barriere previste, ne sono state realizzate finora tre. Resta da ultimare la barriera alla bocca di porto di lido sud e, soprattutto, mancano gli impianti per l’entrata in funzione del sistema”.