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Delrio confermato alle Infrastrutture

Il primo Dpp con le nuove priorità infrastrutturali, il decreto correttivo del codice appalti da varare entro il 19 aprile, il «glossario unico» sulle opere edilizie (attuativo delle semplificazioni del decreto Scia 2), i finanziamenti alle infrastrutture a valere sul Fondo da 1,9 miliardi della presidenza del Consiglio, l’aggionamento delle norme tecniche e la classificazione sismica degli edifici essenziale per il nuovo sismabonus.

Sono queste alcune delle cose che Graziano Delrio, confermato Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, molto probabilmente farà nei prossimi mesi. Ragioniamo su un arco di vita breve, per il governo Gentiloni, con elezioni al più tardi nel giugno prossimo, dopo il G7 di Taormina a maggio. Vediamo cosa potrà fare Delrio in questi mesi (provvedimenti di sua diretta responsabilità o “su sua proposta”).

DPP, LE PRIORITA’ INFRASTRUTTURALI

È il nuovo documento programmatico – previsto dal Codice appalti, art. 201 – che indica le infrastrutture prioritarie nazionali e le strategie relative, deve essere approvato dal Cipe su proposta del ministero delle Infrastrutture. A regime viene elaborato “a valle” del Pgtl (Piano generale trasporti e logistica), ma in sede di prima applicazione del Codice (Dlgs 50/2016) dovrà essere approvato entro il 18 aprile 2016. Il Ministero delle Infrastrutture, a causa dei tempi lunghi delle Linee guidaper la selezione delle opere, prevedeva prima della crisi di governo uno slittamento a maggio-giugno, ma ora è probabile un’accelerazione, se si andrà ad elezioni a giugno.

CORRETTIVO E ATTUAZIONE DEL CODICE APPALTI

È uno dei dossier più scottanti per le ricadute di mercato – e di attivazione degli investimenti – che ne derivano. La riforma entrata in vigore lo scorso 19 aprile senza un periodo-cuscinetto tra vecchio e nuovo regime almeno in una prima fase ha spiazzato imprese e amministrazioni. Quella fase di difficoltà iniziale ora dovrebbe dirsi superata. In un impianto normativo che più o meno tutti gli osservatori giudicano anche ora positivo restano però delle “criticità” da risolvere. A questo serve il decreto correttivo che deve essere varato entro il prossimo 19 aprile. Il problema è che l’iter di approvazione del correttivo è identico a quello seguito per il codice. Dunque con doppio passaggio in Consiglio dei ministri. I tempi sono stretti e si rischia di sforarli. Non a caso c’è chi ha già sussurrato l’ipotesi di una proroga da inserire nel decreto di fine anno. Un’idea vista non certo con favore dalle imprese che a più riprese avevano invece chiesto di anticipare la soluzione di alcune “strozzature” come quelle legate alla sforbiciata (da 10 a 5 anni) del periodo di riferimento utile a dimostrare i requisiti di fatturato o l’innalzamento da uno a 2,5 milioni della soglia di applicazione del criterio del prezzo più basso con metodo anti-turbativa per semplificare la gestione delle gare e arrivare in tempi più rapidi al cantiere. Nonostante la conferma di Graziano Delrio al vertice di Porta Pia aiuti la crisi di Governo rischia di pesare su questi assetti e di giocare in favore di un allungamento dei termini. Anche sul complicato fronte dell’attuazione della riforma. Per rendere davvero effettive le novità più importanti della riforma – a cominciare dai commissari esterni alle amministrazioni e della qualificazione delle stazioni appaltanti – serve un lungo elenco (in totale sono 53) di provvedimenti attuativi. Qui un po’ di ritardo è già stato accumulato. Il rischio è che ulteriore slittamento finisca per favorire le posizioni più critiche rispetto al nuovo codice.

GLOSSARIO UNICO

Previsto entro un mese dall’entrata in vigore del decreto Scia 2 – entro il 12 gennaio – il «glossario unico» in edilizia, approvato con decreto del Ministro delle Infrastrutture, dovrà elencare tutti, o i principali, interventi di edilizia privata (da Abbaino a Zoccoletti, per capirci), con la tipologia giuridica corrispondente e il titolo edilizio (o autocertificazione) necessaria. È un provvedimento tecnico, ma di interesse diffuso presso i cittadini proprietari di case.

FONDO INFRASTRUTTURE

Dipende dalla presidenza del Consiglio, ma il peso del ministro delle Infrastrutture è significativo. Parliamo del Fondo Infrastrutture creato dalla legge di Stabilità, articolo 1 comma 140, con risorse per 1,9 miliardi nel 2017, 3.150 milioni per il 2018, 3.500 per l’anno
2019 e di 3.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032, da assegnare con decreti del Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze,
di concerto con i Ministri interessati, in relazione ai programmi presentati dalle amministrazioni centrali dello Stato. Molte le possibili destinazioni indicate dalla legge:
a) trasporti, viabilità, mobilità sostenibile, sicurezza stradale, riqualificazione e accessibilità delle stazioni ferroviarie; b) infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione; c) ricerca; d) difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche; e) edilizia pubblica, compresa quella scolastica; f) attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni; g) informatizzazione dell’amministrazione giudiziaria; h) prevenzione del rischio sismico; i) investimenti per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia; l) eliminazione delle barriere architettoniche.

C’è molto ministero delle Infrastrutture dietro quelle materie, anche perché Anas e Rfi non hanno avuto finanziamenti ad hoc nella legge di bilancio, ma anche i programmi anti dissesto idrogeologico, l’edilizia scolastica, la prevenzione sismica, che dipendono dalla Presidenza del Consiglio e dalla sue strutture tecniche di missione.
Probabile che il governo Gentiloni non si faccia sfuggire l’occasione di assegnare prima delle elezioni tutti gli 1,9 miliardi per il 2017.
Fra l’altro la norma nella legge di bilancio consente di anticipare l’utilizzabilità delle risorse degli anni successivi facendosi prestare i soldi da Bei o Cassa Depositi, con l’impegno a restituirli con i fondi in bilancio degli anni successivi.

ANAS, CONTRATTO DI PROGRAMMA

La firma tra il Ministro Delrio e il presidente dell’Anas Gianni Armani è stata data per fatta varie volte nelle ultime settimane, ma il dossier è comunque in fase molto avanzata, pressoché sicura la firma nelle prossime settimane, al massimo entro gennaio.
In base alla legge di Stabilità 2016 il CdP sancirà il fatto che l’Anas si reggerà con introiti “di mercato” basati sul pagamento da parte dello Stato di un “corrispettivo di servizio”. Sempre fondi pubblici, ma basati su parametri di qualità e quantità del servizio. Questo consentirà all’Anas di uscire dal bilancio dello Stato e di indebitarsi sul mercato “fuori bilancio”.

AGGIORNAMENTO DELLE NTC

L’aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni, settimana dopo settimana, è sempre più a rischio di un pesante ritardo. Nell’ultima riunione della Conferenza unificata, lo scorso 24 novembre, c’era all’ordine del giorno l’intesa «sullo schema di decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti recante il testo aggiornato delle norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380». I rappresentanti delle Regioni e delle autonomie locali, dopo un lungo lavoro tecnico, hanno preferito rinviare l’accordo politico sul testo. Si trattava del secondo rinvio, al quale se n’è appena aggiunto un terzo: la Conferenza unificata, programmata per metà dicembre, è stata cancellata a causa della crisi di Governo. Difficile, a questo punto, che il provvedimento veda la luce entro fine anno. I tempi, quindi, sono ancora lunghi, dal momento che, dopo questo passaggio, mancherà anche una comunicazione a Bruxelles. Il piano di completare il percorso dell’aggiornamento delle Ntc entro la fine dell’anno, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del provvedimento, è appeso a un filo.