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Cresme: accelerano le opere pubbliche, nel 2017 crescita del 2,6%

La principale scommessa 2017 per il settore dell’edilizia e per il governo sarà quella dell’accelerazione delle opere pubbliche. Inutile nasconderselo: con la riqualificazione che tira alla grande ed è una certezza in positivo (anche grazie ai bonus fiscali che saranno potenziati con la prossima legge di bilancio) e il settore immobiliare che non potrà andare oltre un primo risveglio dalla lunga crisi, la domanda che più peserà sulle performance complessive del settore nel 2016 e nel 2017 è proprio quella sugli investimenti pubblici in lavori.

Lo afferma anche il Cresme che presenterà il 18 ottobre a Bologna la Relazione congiunturale 2017. Non mancheranno alcune sorprese positive nell’analisi del Cresme, per esempio la nuova edilizia non residenziale privata (uffici e capannoni industriali) cui il Cresme accredita una crescita per il 2017 del 2,9%. Ma la partita delle partite, per capire che segno prenderà la ripresa del settore, è quella delle infrastrutture pubbliche. Il +2,6% che il Cresme attribuisce all’intero settore delle costruzioni è pari, forse non è del tutto casuale, al +2,6% che viene assegnato al settore delle opere pubbliche, dove però è importante scomporre fra un +1,9% degli interventi pubblici di edilizia non residenziale e un +2,9% del settore del genio civile in senso stretto. Meglio, all’interno dell’articolazione dei segmenti del mercato edilizio, fa soltanto il rinnovo residenziale con un +3,5%.

Questa previsione di accelerazione su cosa si basa? Anzitutto sul fatto che arrivi a maturazione la grande ondata di nuovi bandi che si è registrata fra il 2013 e il 2015: che quei progetti diventino cantieri o, se già lo sono diventati, arrivino all’apice del “tiraggio” in termini di pagamenti. Questo vale per grandi opere come il Brennero o il terzo valico, ma anche per una miriade di opere piccole e medie che il governo cerca di sbloccare dal 2014 (si pensi rispettivamente alle scuole o al dissesto idrogeologico). Ovviamente a pesare sulla previsione del Cresme c’è anche una politica di governo tutta orientata ad accelerare le opere delle grandi stazioni appaltanti (Anas e Fs) e degli enti locali (riforma del patto di stabilità interno). Non dovrebbe pesare ancora, invece, dice il Cresme, il blocco causato ai bandi di gara dall’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti che, in termini di pagamenti, potrebbe cominciare a riflettersi in modo più consistente dal 2018 (se nel frattempo non si sarà trovata una soluzione con una rapida attuazione del codice).

Un peso rilevante lo avrà, invece, il 2016. Se si confermerà l’accelerazione quest’anno, il 2017 non potrà che partire da una base “di lancio” positiva. Le stime Cresme 2016 per le principali stazioni appaltanti sono, in questo senso, confortanti e trainano la previsione per il prossimo anno: Anas +6,2%, province e comuni +6%, Ferrovie +16%.