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Soluzioni per il traffico? Milano preferisce i divieti

“Stop ai furgoni, l’idea innovativa del Comune di Milano per la viabilità”.  Hanno scelto di puntare sull’ironia i responsabili della Fai Conftrasporto lombarda per commentare le soluzioni adottate dall’amministrazione pubblica per risolvere i problemi della mobilità nel capoluogo.

Amministratori  pubblici messi sul “banco degli imputati” per non aver saputo affrontare la situazione  se non con “provvedimenti d’emergenza che forse hanno impatto sull’opinione pubblica ma, in quanto tali, non risolvono in maniera efficace e definitiva la questione”. Amministratori capaci solo di fare “per decenni una politica dei divieti e di fare incontri, studi”, ma assolutamente incapaci  “di attuare gli interventi più semplici e, oltretutto, a costo pressoché zero: come per esempio l’adeguamento delle piazzole di sosta per il carico scarico merci soprattutto nelle zone centrali, evitando magari che le poche esistenti vengano occupate abusivamente dalle autovetture.

E, ancora, amministratori incapaci “di concepire e attuare provvedimenti seri, che riconoscano agli operatori del traffico commerciale il trattamento e la dignità di coloro che, non per abitudine o per passatempo circolano con i loro automezzi per le strade di Milano, ma per svolgere la propria attività e garantire un servizio fondamentale alla città e ai cittadini, qual è il rifornimento delle merci”. Un durissimo atto d’accusa racchiuso in  un dettagliato comunicato  stampa diffuso dalla federazione milanese. Ecco il testo integrale.

“Ci risiamo: passano gli anni, o forse dovremmo dire i decenni, cambiano le giunte, ma le soluzioni per risolvere i problemi della mobilità a Milano restano sempre le stesse: limitazioni ai veicoli del trasporto merci, riduzioni delle fasce orarie per il carico e scarico, messa al bando dei motori diesel e via con tutta una serie di altri provvedimenti di emergenza che forse hanno impatto sull’opinione pubblica ma, in quanto tali, non risolvono in maniera efficace e definitiva la questione. A dire il vero una novità c’è: la nuova amministrazione si è accorta che i cantieri per la costruzione della Metro 4 riducono lo spazio sulle strade per la circolazione di auto, furgoni, moto, mezzi pubblici. Individuato il problema, trovata la soluzione: vietare l’ingresso in Area C ai furgoni che riforniscono la città di merci, nell’orario di punta dalle 8 alle 10, fatta eccezione, bontà loro, per i veicoli che consegnano il “fresco”.

Il divieto è motivato, sempre in base ai dati forniti dal Comune, in quanto circa il 20 per cento del carico/scarico merci si concentra nelle ore della prima mattinata: vero, ma a parte il fatto che stiamo parlando di circa 2.000 veicoli sugli oltre 91.000 che quotidianamente entrano in Area C, occorre fare almeno due considerazioni fondamentali. La prima: le consegne delle merci non vengono fatte alla mattina presto perché “così sono abituati i trasportatori”, come ha sostenuto qualche ben informato amministratore comunale, ma si fanno in quella fascia oraria perché così è richiesto dalla tipologia dei prodotti consegnati e dalle esigenze di chi riceve la merce.

Seconda considerazione: se la città di Milano richiede un determinato numero di rifornimenti giornalieri, togliendo due ore alle operazioni di consegna della merce, poiché è illogico pensare che le necessità di rifornimenti diminuiscano ( se così fosse, sarebbe anche preoccupante…), si aumenta il numero delle consegne nella restante fascia oraria, con conseguente aumento del traffico/ intasamento/inquinamento. Anche sulla messa al bando dei mezzi commerciali diesel Euro 4, da ottobre 2017, non possiamo che esprimere la nostra contrarietà, per una lunga serie di motivazioni. Innanzitutto, dal punto di vista ambientale, si tratta di veicoli che producono emissioni inquinanti – PM 10 – marcatamente inferiori rispetto agli Euro 3 ( che, fra l’altro, la Regione Lombardia continua a far circolare).

A tale proposito, vorremmo anche ricordare che i dati di Arpa Lombardia, indicano che le emissioni di polveri sottili causate dai motori diesel rappresentano solo un quarto del totale delle fonti inquinanti. Inoltre, non si capisce bene se il divieto per tali veicoli risponda a un’esigenza di limitazione del traffico, visto che, sempre in basi a dati del Comune, i mezzi commerciali euro 4 diesel che entrano in Area C sarebbero solo qualche centinaio.

Molte altre considerazioni si potrebbero fare; una, la più importante è la vera motivazione per cui l’autotrasporto non può accettare queste ennesime penalizzazioni: da decenni il Comune affronta le questioni della mobilità solo con la politica dei divieti. Da decenni si fanno incontri, studi, si riuniscono tavoli per trovare soluzioni strutturali al problema.

A tutt’oggi non sono stati ancora attuati gli interventi più semplici e, oltretutto, a costo pressoché zero: ci riferiamo all’adeguamento delle piazzole di sosta per il carico scarico merci, sia come quantità che come gestione, alle reali esigenze di una città come Milano, soprattutto nelle zone centrali. Quelle poche che ci sono, spesso sono occupate abusivamente dalle autovetture: il furgone arriva, non può parcheggiare, va in sosta in doppia fila perché deve comunque effettuare la consegna, “provoca” intasamento al traffico, rischia di prendersi anche una bella multa ( ulteriore aumento di costi…).

Restiamo sempre in fiduciosa attesa di provvedimenti “seri”, che riconoscano agli operatori del traffico commerciale il trattamento e la dignità di coloro che, non per abitudine o per passatempo circolano con i loro automezzi per le strade di Milano, ma per svolgere la propria attività e garantire un servizio fondamentale alla città e ai cittadini, qual è il rifornimento delle merci”.

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