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Riforma degli Appalti, via libera dalla Commissione Lavori Pubblici del Senato

Corsa a ostacoli per la Riforma degli appalti. Dopo l’approvazione, senza modifiche, in Commissione Lavori Pubblici del Senato, il testo dovrebbe approdare in Aula per il via libera definitivo.

La discussione del disegno di legge delega era stata inizialmente calendarizzata per martedì 15 dicembre, ma probabilmente il testo non sarà esaminato prima della settimana prossima.

Di questo passo l’approvazione della delega potrebbe slittare al nuovo anno, dando meno tempo al Governo per essere operativo con le nuove regole entro l’estate.

Ricordiamo infatti che l’Esecutivo ha manifestato la volontà di approvare il nuovo Codice Appalti entro il 18 aprile 2016 anche se il testo contempla la possibilità di procedere in due tempi. Se si scegliesse questa opzione, entro il 18 aprile 2016 sarebbe approvato solo il testo per il recepimento delle direttive 2014/23/Ue sui contratti di concessione, 2014/24/Ue sugli appalti pubblici (che abroga la direttiva 2004/18/CE) e 2014/25/Ue sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali (che abroga la direttiva 2004/17/CE). L’approvazione del nuovo Codice Appalti avverrebbe invece entro il 31 luglio 2016.

L’attuazione in due tempi potrebbe creare però confusione e rappresenterebbe una scelta poco credibile. Motivi che nei giorni scorsi hanno infatti spinto il Governo a ribadire la volontà di procedere con un unico passaggio.

Restano confermati i contenuti del ddl delega, incentrato su trasparenza, qualità della progettazione, limiti agli appalti integrati e agli affidamenti in house.

Per favorire le gare telematiche e cancellare l’obbligo di pubblicità sui giornali, le Stazioni Appaltanti dovranno pubblicare i bandi di gara sul proprio sito web. I criteri di aggiudicazione, le condizioni per l’esecuzione dei contratti e la scelta delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione dovranno inoltre assicurare l’accessibilità alle persone con disabilità.

Non potranno essere riconosciuti incentivi alla progettazione (2%) per i dipendenti pubblici. Le risorse saranno destinate ad attività di programmazione e controllo.

Il ricorso all’appalto integrato dovrà essere radicalmente limitato tenendo conto in particolare del contenuto innovativo o tecnologico delle opere da appaltare in rapporto al valore complessivo dei lavori. Rispetto alla versione approvata dalla Commissione, viene meno il limite più preciso che ammetteva il ricorso agli appalti con contenuto tecnologico superiore al 70% dell’importo del contratto.

Chi si aggiudica una concessione attraverso una gara potrà affidare anche tutti i lavori alle società in house. Chi, al contrario, è titolare di una concessione di importo superiore a 150 mila euro senza aver vinto una gara, dovrà affidare l’80% dei lavori bandendo una gara e il restante 20% potrà andare alle società in house. Per l’adeguamento dall’attuale 60% ci sarà un periodo transitorio di ventiquattro mesi.

I servizi di ingegneria e architettura e tutti i servizi di natura tecnica non potranno più essere affidati basandosi solo sul criterio del prezzo o del costo, ma su quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La fase progettuale e la qualità architettonica saranno valorizzate con l’introduzione dei concorsi di progettazione. Le gare non potranno essere bandite solo sulla base del progetto preliminare. I progetti dovranno essere pubblicati online per garantire la ponderazione delle offerte. Sarà incoraggiato inoltre l’uso del BIM (Building Information Modeling) per la simulazione elettronica delle informazioni edilizie.

La qualificazione delle imprese non prenderà in considerazione solo i requisiti formali, come il fatturato o il numero di addetti, ma anche la “buona condotta” tenuta negli appalti precedenti.

Negli appalti dovrà essere garantita la sostenibilità energetica e ambientale legando il criterio di aggiudicazione ai costi del ciclo di vita dei prodotti e prevedendo un punteggio maggiore per i lavori, i beni e i servizi con un minore impatto sulla salute e sull’ambiente.

In caso di inadempimento da parte dell’appaltatore, la Stazione Appaltante procederà al pagamento diretto dei subappaltatori. In alcuni casi da definire, sarà obbligatorio indicare tre subappaltatori per ogni categoria di lavori da subappaltare in modo da garantire la continuità dei cantieri. L’idoneità delle imprese dovrà essere garantita dal titolare del contratto d’appalto.