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Proroga di 16 anni della concessione e più lavori per 5,2 miliardi: lo «Sblocca Italia» di Gavio

A differenza di quanto emerso nell'audizione parlamentare del presidente dell'Anac Raffaele Cantone, dove né a lui né ai deputati della Commissione Ambiente risultava che alcuna società concessionaria avesse ancora presentato piani di aggiornamento delle convenzioni sulla base dell'articolo 5 del decreto Sblocca Italia, il Gruppo Gavio ha svelato invece il 5 marzo, che la sua proposta è arrivata eccome, entro l'originaria scadenza dell'articolo 5 (il 31 dicembre scorso), termine poi spostato al 30 a giugno dal Milleproroghe.

A svelarlo è la comunicazione al mercato fatta dalla capogruppo Sias (società iniziative autostradali e servizi Spa) sul bilancio 2014.

Il gruppo Gavio ha proposto in sostanza al Ministero delle Infrastrutture (che ha in corso ora un dialogo preventivo con la commissione europea per capire se lo scambio "proroghe in cambio di più investimenti/meno aumenti tariffari" sia ammissibile in base al diritto Ue) per le sue controllate Salt, AutoCisa, Fiori, Satap, Torino-Savona, Sav e Asti-Cuneo: 1) l'unificazione delle concessioni; 2) la proroga delle scadenze da una media (ponderata) del 2027 a una nuova media del 31/12/2043; 3) piano di incrementi tariffari calmierato, passando da aumenti nominali cumulati (tra il 2015 e il 2019) compresi tra il +17 e il +47% a una media complessiva del +8%; 4) piani di investimento accresciuti, passando da 1,8 miliardi in tutto a 7,0 miliardi.

L'aumento di durata è dunque consistente, 16 anni in più in media, ma lo è anche il piano di investimenti aggiuntivi, 5,2 miliardi di euro, che dovrebbe comprendere (ma questo il comunicato non lo dice) il prolungamento della A15 Parma-Verona (1,8 miliardi), ulteriori opere di ammodernamento della Torino-Milano (500 milioni) e il completamento della Asti-Cuneo (1,5 miliardi). Sul fronte tariffario, inoltre, la proposta del Gruppo Gavio prevede che l'aumento medio annuo sia contenuto entro l'1,5% all'anno, come imposto "in via provvisoria e salvo conguaglio" dal Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi alle società autostradali nel 2015.

La richiesta di Lupi a Bruxelles 

Nel mese di agosto 2014 il Governo Italiano ha depositato presso le competenti Autorità Comunitarie, un piano che prevede a carico di alcuni concessionari autostradali oneri di servizio pubblico per l'espletamento di un servizio di interesse economico generale (SIEG) caratterizzato dalla tutela dell'utenza e dall'avvio immediato di individuati investimenti con l'obiettivo dell'integrazione del quadro delle reti TenT (il "Piano").

Il Piano prevede la calmierizzazione degli incrementi tariffari per il residuo maggior periodo di concessione, in misura pari all'1,5% annuo, fermi i maggiori investimenti previsti dallo stesso.

I Concessionari interessati al citato progetto sono Autovie Venete S.p.A., Autostrada del Brennero S.p.A. ed il Gruppo SIAS (società Concessionarie SALT p.A., Autocamionale della Cisa S.p.A., Autostrada dei Fiori S.p.A., SATAP S.p.A. – tronchi A4 ed A21, Autostrada

Torino-Savona S.p.A., SAV S.p.A. ed Autostrada Asti-Cuneo S.p.A.) per le quali è previsto un piano di investimento per complessivi circa 10 miliardi di euro.

I dati di bilancio

Circa la comunicazione di bilancio, Sias fa sapere che a livello di consolidato di gruppo l'esercizio 2014 si è chiuso con un aumento del 5,6% del "Volume d'affari" del gruppo superiore (che vale 1.004 milioni di euro), del 3% dell'utile netto (da 139 a 143 milioni di euro), un aumento del traffico veicolare dello 0,88%, dell'Ebitda del 7,5% (609 milioni, 42,4 in più rispetto al 2013), dell'Ebitda margin dal 58 dal 59%. Migliora anche l'indebitamento finanziario netto: 1.644 milioni di euro (-26 milioni). Sono invece scesi gli investimenti sulla rete (da 284 a 223,5 milioni di euro).

L'articolo 5 dello Sblocca Italia

Nel testo finale dell'articolo 5 del decreto legge Sblocca Italia (fascicolo, dossier) è stata resa più regolata e complessa la procedura speciale voluta dal governo nel testo originario per modificare entro il 31 agosto 2015 alcune concessioni autostradali vigenti («anche» tramite accorpamenti di tratte interconnesse e soprattutto con proroghe della durata), al fine di realizzare più investimenti, consentire la bancabilità di quelli già previsti nei piani e ridurre la dinamica degli aumenti tariffari (tre obiettivi presenti insieme o distinti nei singoli casi, sempre nelle intenzioni del Ministero delle Infrastrutture).

In sostanza si tratta dell'ipotesi di allungamento delle concessioni per una serie di società autostradali (ad esempio Autovie Venete) per le quali la scadenza ravvicinata rende impossibile finanziare con le banche il piano di investimenti, oppure la copertura degli investimenti è possibile solo grazie ad aumenti tariffari pesanti. L'obiettivo del Mit è dunque in alcuni casi sbloccare gli investimenti, in altri congelare le tariffe.

Il Ministro Lupi ha già inviato a fine agosto alla Commissione europea la richiesta di autorizzazione. L'obiettivo è sbloccare investimenti per circa 10 miliardi di euro (in parte vecchi progetti mai partiti, come la A15 Parma-Verona, in parte nuovi progetti, come la terza corsia sulla A4 Venezia-Trieste).

Tuttavia, come si diceva, la Camera ha introdotto una serie di vincoli e pareri che renderanno molto meno semplice e molto più controllata tutta l'operazione.

Al fine di assicurare gli investimenti necessari per gli interventi di potenziamento, adeguamento strutturale, tecnologico e ambientale delle infrastrutture autostradali nazionali, nonché per assicurare un servizio reso sulla base di tariffe e condizioni di accesso più favorevoli per gli utenti, i concessionari autostradali propongono al Ministero delle Infrastrutture, entro il 31 dicembre 2014 (scadenza spostata però dal Milleproroghe al 30 giugno 2015), le modifiche del rapporto concessorio in essere finalizzate a procedure di aggiornamento o revisione anche mediante l'unificazione di tratte interconnesse, contigue ovvero tra loro complementari, ai fini della loro gestione unitaria.

Come nel testo originario del Dl la firma degli atti aggiuntivi alle convenzioni deve avvenire entro il 31 agosto 2015 (scadenza spostata dal Milleproroghe al 31 dicembre 2015), tuttavia: 

  1. l'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo è subordinata al rilascio del preventivo assenso da parte dei competenti organi dell'Unione europea (comma 4-bis); 
  2. serve un parere dell'Autorità di regolazione dei trasporti; 
  3. serve un parere del Cipe; 
  4. serve un parere delle competenti commissioni parlamentari; 
  5. le nuove convenzioni devono sempre prevedere nuovi investimenti (che invece era solo una delle possibilità, nel testo iniziale), e resta fermo che i concessionari sono tenuti a realizzare gli investimenti già previsti nelle convenzioni vigenti.