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Per il rilancio della competitività il Piano dei porti entro febbraio

Si sono riuniti a Roma gli Stati Generali della Portualità e Logistica. Obiettivo, dettare i tempi per il nuovo piano dei porti. Una riforma necessaria, attesa dalle Autorità e dagli operatori del comparto, per rilanciare competitività e sviluppo. Una riforma che, nelle parole del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi dovrebbe arrivare entro il mese di febbraio. Sarà definito quindi un primo piano strategico dei porti e della logistica, così ha infatti affermato Lupi dichiarando che: “Lo Sblocca Italia ci dà i tempi e gli obiettivi per realizzare il piano che entro la fine di questo mese sarà esposto al consiglio dei ministri e poi sottoposto al parere delle commissioni in Parlamento”.

Le priorità di intervento del settore riguarderanno la pianificazione strategica e la razionalizzazione del sistema di gestione degli scali, passando per l’intermodalità e l’integrazione tra sistema portuale e mondo imprenditoriale. “L'obiettivo – ha spiegato il ministro – non è il conservatorismo né il consociativismo, anche per i porti e la logistica serve il coraggio di cambiare e costruire il futuro”.

Il settore portuale è vitale per l'economia italiana, generando un effetto moltiplicativo tra i più elevati sia sul fatturato (2,9) sia sul numero degli occupati (2,4), come sostiene un recente studio Censis.

Si tratta di un settore che fra porti e trasporto marittimo (passeggeri e merci) include oltre 11mila imprese, produce un valore aggiunto di quasi 7 miliardi di euro, ha quasi 90mila occupati e incide sul PIL per il 2,6% (dato Unioncamere).

I porti italiani sono un'eccellenza del Paese, sono infatti primi in Europa per trasporto passeggeri con 83 milioni, di cui 11 milioni per traffico crocieristico, sono invece terzi in Europa per trasporto merci, dietro a Olanda e Regno Unito, con 12% del traffico UE (dati Istat).